In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene (Mt 15, 29 – 37)
Anche oggi non mancano le folle da sfamare. Le tocca con mano tutti i giorni qualunque operatore della Caritas che presti servizio alle mense dei poveri. Spesso sono gli immigrati dell’ultima oraad avere non una, ma dieci urgenze quotidiane. Se osserviamo, la Chiesa cattolica continua, nel nascondimento mass-mediatico, a scrivere pagine meravigliose di volontariato, che bastano ampiamente ad adombrare qualunque scandalo interno alla Chiesa. Le esigenze veramente urgenti si riesce sempre ad affrontarle, sebbene spesso non si riescano a fare programmi a lunga scadenza. Senza pretendere di moltiplicare pani e pesci, perché le cose straordinarie ti esorta a farle Dio stesso prima ancora che si abbia l’ardire di chiederle, ci si muove per mozione sovrabbondante dello Spirito Santo. Quando lo Spirito Santo ti travolge, facilmente Dio concede un miracolo. Nell’ordinario, un figlio vive nella fede che muove alla carità, a cominciare da quel che vedi vicino a te, molto attuabile. Dopo di che, la carità muove da un granello di senape, cresce secondo dinamiche che ti sfuggono, ma se alzi lo sguardo….la carità cattolica, quando si associa e si organizza, è sempre travolgente. O meglio, corrisponde a quanto si legge nel Vangelo: «Dove due o tre sono in me riuniti, io sono in mezzo a loro». La grazia di Dio moltiplica a dismisura.
Anche oggi, se abbiamo un certo spirito di osservazione, possiamo constatare che ai poveri provvede solo la Chiesa cattolica. Il miracolo dei pani e dei pesci è all’ordine del giorno, ma passa attraverso la fede, la carità e la scienza di anime cattoliche. Questo si ripete da duemila anni nella Chiesa, non fa rumore perché è un agire quotidiano secondo verità, affidandosi a Dio, nel nascondimento. Le spese per gli edifici ecclesiastici, per il clero, i seminari, la carità, sono enormi, ma sempre coperte. Un proverbio dice: «Con la preghiera non arriverai mai tardi, con il digiuno non diventerai più magro, con l’elemosina non diventerai più povero». Chi segue Cristo, chi va dove Dio lo manda, sicuramente non viene abbandonato dal Signore. Nella vita dei santi ciò si manifesta spesso miracolosamente. Nella vita “normale” non parliamo di miracoli, ma di benedizioni di Dio. Diventiamo consapevoli che ogni opera buona è “benedetta”, cioè porta bene a colui che, anche con dei sacrifici, l’ha compiuta. In questo modo, le cose andranno benissimo: comprenderai che il Cielo ti sta amando.