Di nuovo Gesù parlò loro e disse: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Gli dissero allora i farisei: “Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera”. Gesù rispose loro: “Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me”. Gli dissero allora: “Dov’è tuo padre?”. Rispose Gesù: “Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio”. Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora. (Gv 8, 12-20)
Io sono la luce del mondo
Il combattimento tra la luce e le tenebre è un’immagine nota nelle antiche religioni.
C’è guerra tra gli dèi della luce, buoni, e gli dèi delle tenebre, maligni. Il simbolo luce/tenebre è anche nella Bibbia e Gesù lo utilizza. Egli, però, non solo è dalla parte della luce ma si identifica con essa. Per comprendere meglio questa espressione, dobbiamo tener conto della mentalità dell’epoca, che non aveva le nostre attuali conoscenze di fisica. Luce e tenebre vengono antropomorfizzate, come fossero esseri viventi in lotta per ottenere il potere sul mondo. Le tenebre vogliono soffocare la luce. Gesù, che è la luce, conduce nel mondo la lotta per il bene e per la bellezza. Chi è contro di Lui entrerà a far parte dell’esercito delle tenebre, e questo combattimento terminerà con la fine del mondo.
Noi che abbiamo avuto il privilegio di essere chiamati a far parte dell’esercito della luce, saremo insieme a Cristo.
I primi discepoli non avevano libri sui dogmi, sulla morale e neanche un piccolo catechismo. Come potevano, allora, orientarsi nella fede? Conoscevano Cristo e immaginavano cosa avrebbe fatto Lui in ogni circostanza, agivano di conseguenza e non sbagliavano.
(cfr T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno)