Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: “Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?”. Gli risposero i Giudei: “Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”. Disse loro Gesù: “Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre”. Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: “Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero”. E in quel luogo molti credettero in lui. (Gv 10, 31-42)
“Tutti siamo tentati, perché la legge della vita spirituale, la nostra vita cristiana, è una lotta: una lotta. Perché il principe di questo mondo – il diavolo – non vuole la nostra santità non vuole che noi seguiamo Cristo. Qualcuno, ogni tanto, accosta l’argomento dicendo: “Ma Padre, che antico è lei: parlare del diavolo nel secolo XXI!. Ma guardate che il diavolo c’è! Anche nel secolo XXI! E non dobbiamo essere ingenui! Dobbiamo imparare dal vangelo come si fa la lotta contro di lui”. (Papa Francesco – La luce della parola)
Santa Teresa d’Avila scrive che non dobbiamo allontanarci da ciò che costituisce tutto il nostro bene e il nostro rimedio, cioè dalla santissima umanità di nostro Signore Gesù Cristo” (Castello interiore, 7, 6: Opere Complete, Milano 1998, 1001). Quindi solo credendo in Cristo, rimanendo uniti a Lui, i discepoli, tra i quali siamo anche noi, possiamo continuare la sua azione permanente nella storia: “In verità, in verità vi dico – dice il Signore -: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che compio io” (Gv 14, 12). La discesa divina si manifesta anche in modo speciale, comunica agli uomini alcune delle proprietà che appartengono a Lui solo, dà loro la possibilità di scegliere tra il bene e il male, di conoscere la verità.
Tutto questo è solo prefigurazione di ciò che succede nella pienezza dei tempi. Tramite Gesù Cristo, Dio è disceso tra gli uomini identificandosi con loro: Egli è il Dio-Uomo, uomo e Dio contemporaneamente. È un mistero incredibile. L’uomo non può diventare angelo, perché smetterebbe di essere uomo, e non può diventare neanche animale. Dio è diventato uomo rimanendo Dio. Non c’è niente di più grande di questo.