In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. ( Gv 19, 25 – 27)
Maria viene affidata da Gesù a Giovanni, esprimendosi con la terza delle ”Sette parole di Cristo in croce“. Giovanni scrive quest’affermazione, basilare della fede cattolica, da testimone oculare inoppugnabile. Strano che Maria potesse stare così vicino ad un condannato a morte. Generalmente era proibito. Ma non vi è traccia che alcuno abbia mai osato alzare un dito contro Maria. Mai fu travolta dalla disperazione: “Le grandi acque non possono travolgere l’amore”. Ai piedi della croce si realizza la profezia di Simeone: il suo cuore di Madre è trafitto dal supplizio inflitto all’Innocente, nato dalla sua carne.
Come Gesù ha pianto (cfr Gv 11,35), così anche Maria ha certamente pianto davanti al corpo torturato del Figlio. La sua riservatezza impedisce di sondare il suo dolore, simboleggiato dalle sette spade che trafiggono il suo cuore. Come per suo Figlio, è possibile affermare che questa sofferenza ha portato anche lei alla perfezione (cfr Eb 2, 10), così da renderla capace di accogliere la nuova missione che Gesù le affida dalla croce e che da duemila anni gusta quotidianamente ogni devoto della Madonna: “Maria è Madre della Chiesa”; con lei sempre si nasce alla vita esuberante, che Gesù ama donare a noi. Vicino a sé vi era: “L’apostolo che Gesù amava”. È un modo, assai umile, che usa Giovanni per definire sé stesso.
Lo scopo è affermare che lui era amato da Gesù, nel modo più autentico, mentre noi non possiamo essere sicuri di amarlo come merita. Questo vale per ognuno di noi. Stiamo certi di essere amati dal Signore in modo pienamente personale. “Donna ecco tuo figlio”, è un modo inconsueto di parlare alla mamma. È sicuramente straordinario e forse si potrebbe vederlo legato alla preoccupazione per il futuro della madre. In realtà Gesù conosceva le profezie e ben sapeva di un calice amaro che doveva bere. Certo non ha atteso l’ora del Calvario per pensare alla locazione di Maria. I versetti di Giovanni hanno spesso due sensi. “Donna”, rivolto alla madre, era fin anche offensivo. In realtà, sta a significare, che il ruolo di Maria va ben oltre al fatto di aver dato alla luce Gesù. “Il discepolo” sta ad indicare: “ognuno di noi”, che abbiamo per Madre della fede, Maria Santissima. L’Amore di Maria non è una fisima cattolica. Al mondo protestante va mostrato il fondamento biblico della Maternità Mariana della Chiesa. Non si può essere cristiano senza essere Mariano. È un cardine della nostra fede. È Gesù stesso che ci porta a Lei.
“Non si può amare Me, se non per mezzo di Maria” . (San Luigi Maria Grignon de Monfort)