Il Papa cita il grande poeta argentino mentre è in volo verso il Canada, ribadendo l’importanza del processo di trasmissione della cultura da una generazione all’altra
di Michele Brambilla
A mezzogiorno del 24 luglio Papa Francesco è in viaggio (dalle 9.00) verso il Canada, dove approda in serata. Sull’aereo si avvicina ai posti a sedere della stampa e “improvvisa” un Angelus con i giornalisti. Presentato, infatti, dal responsabile della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, il Santo Padre augura «buona domenica! Io vorrei che oggi… Non c’è l’Angelus, ma facciamolo qui, l’Angelus».
Il Papa ricorda subito che «è la giornata dei nonni: i nonni, le nonne, che sono coloro che hanno trasmesso la storia, le tradizioni, le abitudini e tante cose». Importante il riferimento alle radici culturali e alla loro trasmissione, agli inizi di un viaggio nel quale la memoria conta tantissimo, dato che si toccheranno pagine buie della storia della Chiesa, come le cosiddette “scuole residenziali” del Canada, dove i pellerossa erano costretti ad assimilarsi agli usi e alla cultura europei. Francesco ha già spiegato il suo pensiero a riguardo nel corso delle udienze concesse ad alcune associazioni di indigeni canadesi questa primavera («ve l’ho detto e lo ripeto: provo vergogna, dolore e vergogna per il ruolo che diversi cattolici, in particolare con responsabilità educative, hanno avuto in tutto quello che vi ha ferito, negli abusi e nella mancanza di rispetto verso la vostra identità, la vostra cultura e persino i vostri valori spirituali. Tutto ciò è contrario al Vangelo di Gesù», disse in Vaticano il 1 aprile), ma anche nel discorso dell’Angelus di domenica scorsa.
Additando anche i contenuti delle udienze generali (che riprenderanno ad agosto) di questo periodo, dedicate agli anziani, il Pontefice ribadisce davanti ai giornalisti che «oggi ci vuole: tornare ai nonni – dirò così come un leitmotiv –, nel senso che i giovani devono avere contatto con i nonni, riprendere da loro, riprendere le radici, non per rimanere lì, no, ma per portarle avanti, come l’albero che prende dalle radici la forza e la porta avanti nei fiori e nei frutti». Vale per il Canada, ma si potrebbe dire per tutto il mondo occidentale, del quale non bisogna, certo, presentare una versione edulcorata, una sorta di leggenda rosa, ma neppure denigrare tutto, imponendo un’altrettanto irrealistica leggenda nera.
Il Papa ripete una frase che gli sta molto a cuore, tratta dal poeta argentino Francisco Luis Bernàdez (1900-76): «sempre ricordo quel poema di Bernárdez: tutto quello che l’albero ha di fiorito gli viene da quello ha di sotterrato, che sono i nonni. E vorrei ricordare anche, come religioso, i vecchi e le vecchie religiosi, i “nonni” della vita consacrata: per favore, non nasconderli, sono la saggezza di una famiglia religiosa; e che i nuovi religiosi e religiose, i novizi, le novizie abbiano contatto con loro: loro ci daranno tutta l’esperienza di vita che ci aiuterà tanto ad andare avanti», dice ad un clero cattolico che rischia di essere altrettanto “smemorato” del laicato, sottoposto alle mode culturali del momento.
«Ognuno di noi ha dei nonni e delle nonne, alcuni sono andati, altri sono vivi; ricordiamoli oggi in un modo speciale», dice ancora il Santo Padre: «da loro abbiamo ricevuto tante cose, prima di tutto la storia», ovvero la Fede che si fa cultura.
Lunedì, 25 luglio 2022