In quel tempo molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà”. Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Gli rispose Marta: “So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?”. Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”. (Gv 11, 19-27)
Io sono la risurrezione e la vita
Diciamo che le anime dei morti che hanno la visione di Dio sono in cielo. Ma il cielo non è un posto materiale, è lo stato nel quale si trovano le anime. Collochiamo in cielo ciò che non trova posto in questa terra, e le anime che si separano dal corpo sono per noi beate e pure. L’uomo voleva impossessarsi della terra e godere delle cose materiali.
Come pena venne la morte, con la quale si perde potere sul corpo e sulla realtà terrestre. È possibile riacquistare quel potere? I teologi rispondono con il principio fondamentale della salvezza: non si può perdere niente di quello che Cristo ha donato.
Egli si è incarnato ed entrando nel mondo visibile ha assunto un corpo umano; Egli solo, quindi, può restituire la vita ai corpi dei morti. Egli non dice: “Io do la risurrezione e la vita”. Dichiara: “Io sono risurrezione e vita”.
Il suo corpo, inseparabilmente unito a Dio, non può rimanere nella tomba, e ha portato l’immortalità nel regno della morte.
Chi crede in me anche se muore vivrà
I nostri corpi, lo sappiamo bene, sono mortali, ma abbiamo la speranza che Dio li resusciterà nel giorno del Giudizio. Eppure questa verità, che è di fede, sia pure parzialmente esprime un mistero. Cristo paragona i corpi morti dei suoi fedeli a dei semi che, seminati nella terra (Gv 12, 24), non muoiono, anzi danno la vita. Un autore del quarto secolo, Pseudo-Macario, riflette sul fatto che celebriamo la pasqua in primavera. I semi sparsi in terra nei mesi invernali iniziano a germogliare, a crescere e a fiorire quando sentono il calore del sole di primavera. Così coloro che hanno creduto in Gesù riposano nella terra fino al giorno in cui apparirà il sole del tempo nuovo. Cristo scenderà dal cielo, li risveglierà e la loro bellezza sboccerà all’incontro con lui.
(cfr T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno)