Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio”. Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!”. Egli rispose: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele”. Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: “Signore, aiutami!”. Ed egli rispose: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. “È vero, Signore – disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”. Allora Gesù le replicò: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita. (Mt 15, 21-28)
Qual è l’atteggiamento del Signore di fronte a quel grido di dolore di una donna pagana?
Può sembrare sconcertante il silenzio di Gesù, tanto che suscita l’intervento dei discepoli ma non si tratta di insensibilità al dolore di quella donna. Sant’Agostino commenta giustamente: “Cristo si mostrava indifferente verso di lei, non per rifiutarle misericordia, ma per infiammarne il desiderio” (Sermo 77, 1: PL 38, 483).
Non vuole togliere nulla a nessuno: nella sua semplicità e umiltà le basta poco, le bastano le briciole, le basta solo uno sguardo, una buona parola del Figlio di Dio. E Gesù rimane ammirato di una risposta di fede così grande e dice: “Avvenga per te come desideri” (v. 28). Certamente la donna fenicia aveva intuito, in questa tragica condizione in cui si trovava la figlia, che Gesù era il Signore della vita, non aveva nulla da temere nel chiedere grazia per una bimba tormentata dal demonio, nonostante non fosse ebrea.
La verità che portava Gesù, non era limitabile ad una sola stirpe, lo Spirito Santo è terribilmente comunicativo e veicola sentimenti di pace e vitalità, opposti a quelli che provava innanzi alla figlioletta infestata da uno spirito di disperazione. Gesù prova la fede di questa donna; prova anche la fede dei suoi discepoli e li provoca, nel senso che sta per dire una cosa sbalorditiva che noi non possiamo capire: “Anche i pagani sono ammessi ai beni del regno di Dio” : Numerosi ebrei ed anche alcuni pagani che condividevano la loro speranza hanno riconosciuto in Gesù i tratti fondamentali del “figlio di Davide” messianico promesso da Dio a Israele. (CCC 439)
Come Gesù prega il Padre e rende grazie prima di ricevere i suoi doni, così egli ci insegna questa audacia filiale: “Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fiducia di averlo ottenuto” (Mc 11, 24). Tale è la forza della preghiera: “Tutto è possibile in chi crede” (Mc 9, 23), con una fede che non dubita. Quanto Gesù è rattristato dalla “incredulità” (Mc 6,6) dei suoi compaesani e della poca fede dei suoi discepoli, tanto si mostra pieno di ammirazione davanti alla fede davvero grande del centurione romano e della Cananea. (CCC 2610)