Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora. (Mt 25, 1-13)
Anticamente le cose durante i matrimoni andavano precisamente come descritto in questa parabola. Lo sposo si recava presso l’abitazione della sposa con uno stuolo di parenti e amici. La compagnia è molto festosa, accompagnata con canti e suoni di vari strumenti, illuminata con torce e fiaccole. I preparativi erano piuttosto lunghi per cui l’ora era sempre tarda. In piena notte giungevano alla casa della sposa che veniva così prelevata e “traslata”, presso l’abitazione della nuova famiglia. Questa modalità è durata a lungo e rappresentava la “forma ufficiale del matrimonio”, non solo nella cultura ebraica.
Dal Concilio di Trento, la Chiesa ha codificato con chiarezza il rito del matrimonio, come tutt’ora si svolge nella Chiesa Cattolica. Sarebbe stato un gran brutto inizio, se nella casa della sposa non vi fosse stata una degna accoglienza. Le lanterne rappresentano la fede, la quale è visibile ed è luce e calore per chiunque. Ma se non è alimentata dall’olio della grazia di Dio, che ogni anima deve chiedere dal profondo del cuore -perché non vi è altro modo acquisirla- la fiamma si spegne e la fede è priva di efficacia di salvezza. In questa parabola sembra che le vergini sagge siano crudeli verso le altre. In realtà la preghiera è autentica solo se viene da un cuore che ama la verità. Nessuno può procurarcela.
Qui la scelta non può che essere personale, perché l’anima umana è capace della verità. Quando colui che fu crocifisso e poi risorto da morte parla a noi, la risposta deve essere adeguata alla salvezza della tua vita. Per risorgere da morte bisogna chiedere umilmente grazia di salvezza. Quanto più di cuore ti rivolgi a Gesù, come tuo personale salvatore, cioè colui che salva la tua anima anche dai quotidiani sintomi di morte, tristezza, scoraggiamento, noia, cioè dalle armi del maligno, tanto più abbonda la vita eterna che non ti sarà mai tolta. L’uomo vivente rende gloria a Dio. A Lui ci si rivolge con l’umiltà, autentica, di chi riconosce la propria personale esigenza di un intervento da parte di Colui che ci attira dal cielo.
Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) Vergine e martire