“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera”. (Lc 12, 49-53)
“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione”.
Un salutare scossone emotivo! Credo sia questo lo scopo di queste parole di Gesù, nel Vangelo odierno. Ogni tanto occorre un recupero di santa virilità, rispetto a certi momenti di stasi dovuti ad una ricerca di dialogo impossibile con tanti momenti della cultura odierna. Anche nella mia esperienza pastorale, constato una pericolosa assenza di quello spirito veramente cristiano cattolico, che incarna tutto quanto ci insegna la Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa. Alla fine Gesù Cristo si concretizza in due stati – del cuore anzitutto e da esso per logica estensione, verso il corpo sociale e politico – che cambiano il mondo e lo trascinano verso un terrestre paradiso: Passione Lavorativa e Passione Famigliare.
Alla fin fine, la Bibbia parla soprattutto di questi due temi. E per questi bisogna compattarsi nella fede, e vivere in dedizione totale. Soprattutto nella fascia post giovanile tra i venti e i trentacinque anni, siamo circondati da così detti “single”, che altro non sono che soggetti poveri di fede e quindi anche di passione. Non bruciano di entusiasmo per nulla. Sono generalmente persone sostanzialmente rette, onesti lavoratori, ma minimali dal punto di vista morale e senza slanci nella fede e quindi anche nella vita. Non combattono per nulla. Manca qualcosa per cui bruciare, di passione e di iniziativa e anche di eventuali salutari cadute da cui rialzarsi e far tesoro dell’esperienza. Si adattano ad una costante crisi verso cui non reagiscono e producono abbondante vittimismo. Subiscono una pace finta, colma di antidolorifici. L’importante è non sentire dolore e fatica e non importa se non sono sereno e mi ritrovo ad essere un perdente che non può proporre nulla di sé a nessuno.
È la generazione degli infelici, convinti che non vi sia alcun rimedio. Neanche in Gesù Cristo. Certamente, manca a loro una rilevante porzione della fede, che dia lo slancio veritativo, per staccarsi dalla massa perdente. La fede cattolica è ben altro che mettere tutti d’accordo, in qualche modo compromissorio, ma essere tutti vivi e sentire la vita come qualcosa muove verso uno scopo eternamente vivo. Un magazzino di oggetti mai usati (vedi l’abitazione di tanti single) lo gestisci meglio di un appartamento con tanti bambini, ma è in queste case che fiorisce la vita. Nelle antiche necropoli vi sono reperti da catalogare e studiare e restaurare, ma la vita è fatta di scelte, tentativi, sogni per cui lottare, sofferenze da affrontare, incomprensioni da chiarire. Ma… nella Chiesa, vicino ad un tabernacolo, alla fine, perseverando, giunge sempre il Buon Consiglio risolutivo di Maria Regina.