Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. (Mt 4, 12-23)
La vita pubblica di Gesù si è esaurita nel brevissimo arco di meno di tre anni. È passata come il guizzo di un lampo che ha attraversato la notte oscura del mondo. Che cosa sono tre anni nella vita di un uomo? Che cosa sono tre anni nella storia del genere umano? L’umanità allora non formava un villaggio globale, unificato dai mass-media. Come ha potuto un frammento di tempo lasciare tracce così vaste e incancellabili? Come hanno potuto mille giorni di una vita fare da spartiacque nella storia dell’umanità? Da duemila anni a questa parte Gesù rappresenta la questione fondamentale per la coscienza degli uomini. Mai una vita così breve e intensa ha sollevato un così vasto e durevole interesse. Le sue parole, racchiuse nelle scarne paginette dei vangeli, sono, a seconda dei punti di vista, perle o spine per la felicità o per l’inquietudine del mondo.
Come ha potuto un’esistenza che è trascorsa come una meteora sul palcoscenico della storia segnare così tante vite? La risposta la dà l’evangelista Matteo: “Il popolo immerso nelle tenebre, ha visto una grande luce”. Mai una luce così grande era apparsa nella storia del mondo. Prima di lui e dopo di lui le luci degli uomini sono meno di pallide fiammelle di fronte al sole. Con la venuta di Gesù si è accesa nel mondo una luce che non si spegnerà mai più. Il vangelo afferma: “Gesù cominciò a predicare e a dire convertitevi”. Voltando le spalle al Creatore, l’umanità ha perso la verità, il bene, l’amore, la gioia e la pace. La propria conversione, cioè l’apertura del cuore a Dio, è il problema fondamentale della vita di ogni uomo. Il ritorno a Dio è la cosa più necessaria della nostra esistenza.
(cfr. L. Fanzaga – Pietre vive – Anno A – pag. 62-63)