Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: “È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni”. Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. (Lc 11, 14-23)
Gesù stava scacciando un demonio che era muto
Gli uomini parlano spesso sotto l’influsso del Maligno cioè sotto l’effetto dei pensieri cattivi. Dicono cose che non direbbero mai quando sono in pace. La malizia conduce anche al comportamento contrario, al mutismo. Qualche volta basterebbe poco, un gesto, una parola, chiedere scusa, un saluto e potrebbe tornare pace fra chi ha litigato. Ma chi non ne ha voglia, diventa muto. L’odio nel cuore produce il mutismo, un mutismo in senso lato, cioè si interrompe ogni rapporto con gli altri. A Praga, in un istituto per sordomuti, c’era un giovane che scriveva poesie. Vennero pubblicate con il titolo “Cantici dal silenzio eterno”. In queste poesie tornava sempre lo stesso tema: la solitudine, l’abbandono, il bisogno di relazione e di affetto.
I muti di solito non parlano perché sono anche sordi: non sentono la voce, non riescono a riprodurla e non possono comunicare con gli altri. Una cosa analoga avviene nel mutismo spirituale che viene dal Maligno. Si comincia con la decisione di non ascoltare, di ignorare il prossimo e le sue esigenze. Si finisce per non avere più niente da dire a nessuno. Solo l’amore può guarire da questo triste silenzio. (cfr. T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno – Vol II – p. 54-55)
Concretamente, così insegna Sant’Ignazio di Loyola:
13° regola del discernimento spirituale: al demonio spiace molto se tu manifesti le sue turbanti trame al tuo confessore o ad altra persona spirituale esperta, perché si rende conto di non poter portare avanti l’opera incominciata, dal momento che sono stati scoperti i suoi inganni. Quanto vuoi nascondere, innanzi tutto a te stesso, è quanto devi verbalizzare a te e a persona esperta non coinvolta. Non solo a te, che ti faresti da specchio, o a persona inesperta o coinvolta, che ti farebbe da specchio deformante, alimentando le tue paure con le sue. Vedrai come le tue difficoltà, quando le riconosci e le manifesti a persona esperta, cessano, o almeno si ridimensionano, perdendo il loro alone di minaccia immaginaria e assumendo contorni reali.