Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: “Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?”. Gli risposero i Giudei: “Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”. Disse loro Gesù: “Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre”. Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: “Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero”. E in quel luogo molti credettero in lui. (Gv 10, 31-42)
Questo brano evangelico è stato commentato in maniera illuminante da Papa Francesco nel Libro “La luce della Parola”. Il Vangelo di Giovanni letto dal Papa (Roma 2016, p. 95-97):
“La vita di Gesù è stata una lotta. Lui è venuto a vincere il male. A vincere il principe di questo mondo, a vincere il demonio. Il demonio ha tentato Gesù tante volte, e Gesù ha sentito nella sua vita la tentazione e anche la persecuzione. E anche noi cristiani che vogliamo seguire Gesù, e che per mezzo del Battesimo siamo nella strada di Gesù, dobbiamo conoscere bene questa verità. Anche noi siamo tentati, anche noi siamo oggetto dell’attacco del demonio, perché lo spirito del male non vuole la nostra santità, non vuole la testimonianza cristiana, non vuole che noi siamo discepoli di Gesù. La tentazione del demonio ha tre caratteristiche; incomincia lievemente, ma cresce sempre; secondo, cresce e contagia un altro, cerca di essere comunitaria; alla fine per tranquillizzare l’anima, si giustifica.
Cresce, contagia e si giustifica. Anche noi, quando siamo tentati, andiamo su questa strada. Abbiamo una tentazione che cresce: cresce e contagia gli altri. Pensiamo a una chiacchiera: io sento un po’ d’invidia per quella persona, per un’altra, prima l’ho invidiata soltanto dentro di me e ora devo condividerla. Questo è il meccanismo delle chiacchiere. È una tentazione quotidiana che inizia soavemente, cresce per contagio e poi si giustifica. Se non fermiamo in tempo quel filo d’acqua diventerà una marea: “È meglio che muoia un uomo che non la nazione intera”. Tutti siamo tentati, è una legge della vita spirituale, essa è una lotta. Il diavolo c’è! Anche nel XXI secolo! E non dobbiamo essere ingenui. Dobbiamo imparare dal vangelo come si fa a lottare contro di lui”.