«Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: «Mostraci il Padre»? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò »(Gv 14, 7-14).
Come leggiamo nell’Esortazione apostolica Catechesi tradendae (9) di San Giovanni Paolo II, tutta la vita di Cristo è il compimento della Rivelazione del Padre. Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che “Tutta la vita di Cristo è rivelazione del Padre: le sue parole e le sue azioni, i suoi silenzi e le sue sofferenze, il suo modo di essere e di parlare. Gesù può dire: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,9), e il Padre: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo» (Lc 9,35). Poiché il nostro Signore si è fatto uomo per compiere la volontà del Padre, i più piccoli tratti dei suoi misteri ci manifestano l’amore di Dio per noi” (516. 561). Questo è il motivo per cui noi cristiani abbiamo il glorioso dovere di invitare tutti a convertirsi a Gesù Cristo per ottenere il perdono dei peccati e la salvezza eterna grazie a lui crocifisso e risorto dalla morte. Con Cristo comincia la vita nuova della libertà dell’amore dei figli nel Figlio che fa nuove tutte le cose (Ap 21,5). È questione solo di tempo e di buona volontà. È una faccenda abbastanza drammatica ed entusiasmante. Il tempo non dipende da noi, ma ci viene dato gratuitamente per amore al fine di utilizzarlo bene e raggiungere la perfezione dell’amore stesso, dunque la felicità eterna. Ma non ne conosciamo la durata, né abbiamo la facoltà di stabilirlo con qualche nostra decisione.
La buona volontà invece dipende dalla nostra personale libera risposta di gratitudine a Dio, sempre sostenuta dalla sua grazia.
Ma ognuno di noi sperimenta dentro di sé, come afferma specialmente San Paolo, una doppia legge: vedo il bene che desidero compiere, ma faccio il male che non voglio. Si tratta di una legge di morte. Chi potrà mai liberarci? Grazie Gesù! Solo Tu lo puoi! Infatti solo tu hai vinto il nemico della natura umana cancellando i peccati con il tuo infinito Sacrificio d’Amore e risorgendo dalla morte. Ora ho capito. Ho bisogno di imitarti, di vivere in piena amicizia con Te, mio Signore, mio Dio, mio Salvatore e mio Redentore. Desidero esercitarmi nella tua imitazione. Lo voglio fare vivendo in sintonia con i misteri della tua vita per assimilarli e conformarmi a Te. Così divento partecipe della tua santa umanità che rinnova la mia vita. So che non è semplicemente opzionale. È piuttosto necessario per la mia realizzazione personale! Infatti “solamente nel mistero del Verbo Incarnato trova luce il mistero dell’uomo” (GS 22).