“Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto. Non ve l’ho detto dal principio, perché ero con voi”. (Gv 15, 26-16,4)
Negli ultimi giorni di permanenza su questa terra Gesù ribadisce che non saremo mai soli: “Verrà il Paraclito”. Più volte Gesù ha accennato ad una grande presenza spirituale che si realizzerà in ognuno di noi, come accadde, nel battesimo nel fiume Giordano, quando videro una colomba posarsi su di lui e permanervi sempre. Insiste con riferimenti brevi ma intensi, nel chiarire l’identità divina dello Spirito Santo, e della sua azione in noi. Lo Spirito Santo è Dio stesso, la sua stessa Persona che rende una testimonianza cristiana coerente in noi. La vita cristiana non si può capire senza la presenza dello Spirito Santo: non potrebbe essere veramente cristiana. Può essere una vita religiosa, paragonabile alla religiosità pre-cristiana, anche aperta al prossimo, comunque credente, ma priva della vitalità totalmente positiva di un presente santo, espresso da una affermazione di capitale importanza, che ci può dare solo il cattolicesimo:“Non sia turbato il vostro cuore” (Gv 14,1). Cioè quella vitalità che è bellezza dell’anima, a cui ogni persona aspira.
Non c’è altro modo oggi di presentare il cristianesimo se non mostrando il buon sapore di dolcissima misteriosa presenza divina. Essa predispone a conoscere “la Verità tutta intera” (Gv 16,13), cioè Gesù Cristo. Agisce tutto il giorno, guidandoci a cogliere la volontà di Dio, che non ha mai smesso di creare. Siamo così guidati non solo all’incontro con il Salvatore, ma interiormente, alla piena verità, in una comunione profonda con Lui, che ci dona l’intelligenza delle cose di Dio. Questa dimensione di intimità non è raggiungibile con le forze umane. Se non ci illumina Dio interiormente, il nostro essere cristiani sarà superficiale. È lo Spirito Santo che genera in noi quel “senso della fede” (Sensus Fidelium – Lumen Gentium 12) attraverso il quale il Popolo di Dio, sotto la guida del Magistero, aderisce indefettibilmente alla fede trasmessa, e la attua al presente. È il desiderio stesso del Salvatore, che preghiamo quotidianamente il Santo Spirito. Lui solo, può aprire il cuore verso Gesù.