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Il pensiero del giorno

4 Giugno 2023 - Autore: Don Andrea Nizzoli

“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”. (Gv 3, 16-18)


Nel cuore della vita di Dio

È soltanto con il dogma della Trinità che l’uomo è condotto oltre la soglia della porta di casa di Dio. Ogni altra religione o pensiero filosofico, si ferma alla sola esistenza di Dio, senza potersi esprimere riguardo alla sua vita personale. Da questa mancanza di verità ne deriva sempre, non tanto il timore di Dio, quanto il terrore di Dio. Dio non si cura dell’uomo, è una monade soddisfatta della sua autosufficienza.
Se leggiamo con attenzione i salmi, già nell’Antico Testamento, viene sfatato un vecchio pregiudizio secondo il quale il Dio dell’Antica Alleanza sarebbe un giudice duro e intransigente, in contrapposizione col volto paterno e traboccante di amore che Gesù ci ha rivelato e ci ha insegnato a pregare. In realtà i pii ebrei conoscevano il volto del Dio misericordioso, che ama il suo popolo con amore paterno e materno insieme, pieno di clemenza e di misericordia. Sia gli ebrei come i mussulmani del nostro tempo non avrebbero nulla da obiettare nel definire Dio come “Amore”.


Tuttavia ciò riguarderebbe soltanto quei tratti di bontà che persino la ragione umana saprebbe cogliere nell’atteggiamento di Dio verso le creature. Il grande poeta Omero non esitava infatti, molto prima che venisse scritta la rivelazione biblica, a chiamare Dio col nome di Padre. Quando nel Nuovo Testamento si afferma che Dio è “Amore”, si vuole alludere ad una realtà assai diversa e molto più profonda. Si intende fare riferimento alla sua vita intima, che è un rapporto di amore da tutta l’eternità, prima ancora che esistessero le creature da amare. Se Dio fosse infinita solitudine, come potrebbe essere l’ “Amore”? L’Amore è per sua natura un rapporto fra persone. Ma Dio è amore da sempre, prima ancora che noi fossimo creati. Egli con verità può e deve essere chiamato col nome sublime di “Amore” perché fin dal principio sono tre persone che si amano nell’ambito dell’unica divinità. A questo la mente umana non poteva arrivare. È solo grazie all’opera di Gesù Cristo che si può gustare la figliolanza del Dio uno e trino, esortativa al dialogo nella carità e avversa alla solitudine. Il termine “rivelazione”, in riferimento a Dio, è da usarsi solo in relazione alla Trinità.

 

Santissima Trinità

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