“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”. (Mt 5, 13-16)
Il tema di questo insegnamento di Matteo riguarda il modo in cui il cristiano deve presentarsi nel mondo. Le espressioni di Gesù: “Voi siete sale della terra…. luce del mondo”, richiamano ad una grande responsabilità, soprattutto nei confronti della civiltà odierna, progredita in senso tecnico, ma priva di sapienza e senso della vita, che trova insipida e tenebrosa. La ragione è certo una luce, ma molto limitata e, a causa della debolezza della natura umana, assai incline a cedere alle passioni che sviano e ai pregiudizi che ingannano. Un tempo essa si presentava più come filosofia, oggi come scienza, ma balbetta vaghe ipotesi. Anche le religioni naturali sono più domande, che risposte. Ciò che colpisce in Gesù, è la sua consapevolezza di dare quelle risposte sul senso della vita che mai nessuno aveva potuto e saputo dare. Nessun saggio dell’umanità si è mai proposto come luce del mondo. Dire di sé: Io sono luce, è un’affermazione di impressionante solidità. Non si è limitato a indicare qualche via di salvezza riguardo a qualche problema umano, ha proposto la Sua persona come risposta a tutti gli interrogativi sul senso dell’esistenza, dicendo: “Io sono luce”. Ha proposto sé stesso come possibilità unica, affermando: “Io sono via, verità e vita”, “Io sono risurrezione”.(Gv 14, 26; 11, 25)
Una volta scoperto e conosciuto Gesù, vivente e attuale nella nostra giornata, Gesù, persona divina dal volto umano che illumina la nostra esistenza e la conduce alla salvezza riempiendola di luce, pace e gioia, questo ottimo e pungente sale, sia miscelato a tutte le realtà secolari della nostra umanità. Questo è il bello e il difficile: essere cristiani in un mondo che non lo è. Così il vangelo si immerge nell’umanità che gli sta attorno, per evangelizzarla. Conserviamo nitida la nostra fede anche se può apparire ostico, perché “l’uomo mosso dallo spirito giudica tutto e da nessuno può essere giudicato” (1Cor 2,15). Proprio questo è l’insegnamento che Gesù ci dona con il paragone del sale. Il sale ha in sé un sapore pungente, come i dogmi della Chiesa di Roma e i venti misteri del rosario. Ma è questa caratteristica che lo rende indispensabile e gli permette di avvalorare ogni cibo. Un sale annacquato e dolcificato, sarebbe il più inutile degli ingredienti:”A nulla serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente” (Mt 5, 13).