Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: “Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo”. E Gesù rispose: “O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me”. Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: “Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?”. Ed egli rispose loro: “Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile”. (Mt 17, 14-20)
Sono noti i fenomeni legati all’influsso della luna come le alte e le basse maree. Cornelio a Lapide dice che anche nell’anima umana, come quando la luna è piena, montano dentro come una marea, pensieri melanconici. Effettivamente le meteoropatie esistono, e il buono e cattivo umore dipende anche dai cambiamenti del tempo. Esiste anche la depressione, una malattia del nostro tempo. I mutamenti d’umore e la depressione molti la curano con una pillola. Ma una medicina può aiutare contro la tirannia del corpo; non può liberare lo spirito dalle alte maree dei pensieri. C’è chi pensa di recuperare energia cedendo alla natura. A questa obiezione si può rispondere con un paragone: un nuotatore non si lascia andare in balia delle onde, perché affogherebbe; piuttosto approfitta delle onde per tenersi a galla.