In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». (Mt 18,15-20)
“Chiedete e vi sarà dato” afferma il vangelo. Ma più di quel che chiediamo, è fondamentale con che spirito chiediamo, con quale intenzione. Quali sentimenti profondi ti hanno abitato quando chiedevi al Signore? Più che il chiedere a Dio in senso stretto, conta sentirsi figli suoi, essere parte integrante della sua famiglia, cioè abitare nella casa del Padre come figlio adottivo, maggiormente, grazie ad una santa richiesta del figlio al Padre. È fondamentale chiedere, perché tutte le nostre imprese, tutto il nostro tempo, si attua solo se Dio costruisce la casa. Ma Dio dona in base al cuore con cui chiedi.
È un percorso di verifica: quando chiediamo siamo interessati alla comunione con Gesù o pensiamo solo ai nostri interessi immediati? È più facile riflettere su Dio, leggendo il vangelo, di quanto sia metterlo in pratica, domandando a Dio in modo santo. Questo è un atto di profonda umiltà, che richiede di porsi in sintonia con Dio, rinunciando a quella spesso celata autosufficienza, che inquina spesso la nostra anima. Tanti, forse, non chiedono mai al Signore perché amano far da sé. È bello lavorare come se tutto dipendesse da noi e pregare come se tutto dipendesse da Dio. Ma dietro a questo atteggiamento, non sarà che mancano di fiducia, perché Dio è troppo lontano da loro e quindi non si sentono nemmeno figli? Di cosa ci preoccupiamo, solo di ottenere. O piuttosto di chiedere, per essere pienamente figli. La differenza è grande.