La presentazione di due sculture, che rappresentano rispettivamente Gesù Buon Pastore e il Cristo Docente, aprono una serie di articoli sulla raffigurazione del volto di cristo nell’arte.
di Mario Vitali
Il volto del Buon Pastore. Il volto di Cristo docente.
La figura di Gesù, Salvatore degli uomini, è al cuore del cristianesimo come immagine centrale e preciso riferimento storico.
Una impressionante diversità segna gli sforzi degli artisti di delineare il “Volto dei volti”, “che la nostra fede adora, la nostra speranza cerca, ed alla quale la nostra carità vuole approdare. “(Mons. Erminio Villa – I volti di Cristo-Quaderni del Sacro Monte di Varese).
Uno solo è il volto di Cristo, ma la sua inesauribile persona è all’origine di una molteplicità di raffigurazioni.
Infatti Egli è al tempo stesso il povero per eccellenza secondo la visione di Francesco d’Assisi, il Signore onnipotente per l’Oriente bizantino, lo Sposo diletto per le contemplative, il Servo sofferente che paga il debito di tutti, l’Amico, il Fratello …
Studiare, approfondire, penetrare il mistero del Dio invisibile, resosi visibile nella persona del Figlio, è un’avventura spirituale straordinaria, un passaggio di luce in luce, una ricerca che non avrà mai fine nella contemplazione di una Bellezza che è richiamo alla Trascendenza per essere toccati nel cuore e nella vita. A tale proposito così si esprimeva Benedetto XVI nell’udienza generale del 31 agosto 2011: ”L’arte è capace di esprimere e rendere visibile il bisogno dell’uomo di andare oltre ciò che si vede, manifesta la sete e la ricerca dell’infinito. Anzi, è come una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano. E un’opera d’arte può aprire gli occhi della mente e del cuore, sospingendoci verso l’alto”.
La Statua di Gesù Cristo Buon Pastore è una scultura, realizzata tra la fine del III° e gli inizi del IV° secolo d.C., in marmo bianco, da un anonimo scultore romano, proveniente dalla Catacomba di San Callisto a Roma ed è il reperto archeologico più celebre conservato nei Musei Vaticani e senz’altro una delle immagini simboliche del Cristianesimo primitivo. (Fig. 2)
L’immagine affonda le sue radici nell’arte classica prendendo probabilmente spunto dal dio Ermes, allegoria della filantropia, poiché Il pastore che porta sulle spalle un agnello o un ariete era ornamento nell’arte funeraria classica che, prendendo spunto da scene bucoliche, alludeva alla beatitudine oltremondana e che i primi cristiani assunsero come immagine del Buon Pastore del Vangelo di Giovanni.
Il Buon Pastore, che conduce il gregge all’ovile, è simbolo del sacrificio di Cristo per l’umanità. La statua ha l’intento di rappresentare Cristo Buon Pastore, ma anche la vittima, quella che con il proprio sacrificio ha dato agli uomini la salvezza.
I cristiani sono mandati come pecore in mezzo ai lupi, ma anche nell’ora della persecuzione il Pastore darà forza e consolazione al suo gregge. I lupi assalgono il gregge e lo disperdono, ma la Chiesa sa di non essere abbandonata dal suo Signore poiché il Buon Pastore dà la vita per le sue pecore.
Questa immagine sembra indicare la potestà regale di Cristo come Pastore di tutti i popoli e nella sua bellezza risplende l’immortalità.
Il “Cristo docente” o anche “Cristo il maestro della verità divina”, viene proposto tramite la piccola statua di marmo risalente al 360 ca. D.C. e oggi conservata presso il Museo della Terme a Roma.
Essa ci mostra un giovane uomo seduto su uno seggio, sede di maestria e di comando, calza sandali ai piedi come i nobili e gli dei, veste il manto come i filosofi e stringe nella mano sinistra il rotolo delle Scritture e tiene la destra alzata nel gesto dell’oratore.
La figura ci rammenta Gesù dodicenne quando si trattenne nel tempio in mezzo ai Dottori (Luca 2,46) ad insegnare la Sapienza divina ad un’epoca assetata di sapienza. Nella figura di Cristo docente si possono riconoscere i tratti del regale sovrano e del legislatore.
L’opera, che fu realizzata verso la metà del IV° secolo d.C., è successiva alla promulgazione dell’editto dell’Imperatore Costantino nel 313 d.C. che poneva fine alle persecuzioni esterne contro la Chiesa.
E’ una risposta alle violente controversie sulla natura di Cristo sorte all’interno della Chiesa che avrebbero scosso i fondamenti della sua fede, Alla domanda “Chi è Gesù Cristo?”, lo scultore risponde ”Cristo è il maestro della verità!”
Sabato, 19 agosto 2023
*Immagine in evidenza: Volto del Salvatore, Acheropita. Affresco nella chiesa di San Nicola Orphanòs, Salonicco, Grecia.