In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».(Lc 7,31-35)
Gesù nel Vangelo sembra dire: non vi accorgete che sta passando nella vostra vita la salvezza? Il concerto di tutta la verità! E voi che fate? Ve ne state li solitari sulle vostre piazze o nei bar, senza giocare, subendo quasi passivamente il passar del tempo. Proprio come i bambini capricciosi. Li avete presenti quando si chiudono a riccio e, per motivi che neppure loro sanno, se ne stanno a distanza intristendosi pian piano? O come quelle persone che vorrebbero un cristianesimo senza croce, per cui nessuna proposta è degna di loro, così la vita rimane sempre ferma e inespressa. Ma a differenza di quei bambini, che se avvicinati con garbo e tatto educativo sanno rimettersi in gioco, i farisei del vangelo sono invece induriti e violenti. Nel loro escludersi dal gioco attaccano, giudicano e criticano. Questo non va bene e neppure quello. Giovanni il battista ha il demonio, questo Gesù è semplicemente un beone, una specie di ubriacone.
Poveri farisei quando si ritroveranno in cielo a fare i conti con chi ha organizzato il gioco e metterà i punti come si suol fare dopo una partita. Gli chiederà: Ma voi di dove siete? non vi ho visto giocare da nessuna parte? Chi si esclude, resterà escluso!
Santi Martiri Coreani (Andrea Kim Taegon, Paolo Chong Hasang e 101 compagni)