In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. (Lc 1,26-38).
Questo Vangelo, proclamato dalla Chiesa nell’odierna Celebrazione eucaristica della Memoria della B. V. Maria del Rosario, ci riporta anche alla contemplazione dei misteri della vita di Gesù e di Maria, quale sostanza della preghiera a beneficio della civiltà e della vita cristiana in ogni tempo. Infatti, proprio nei nomi di Gesù e di Maria, i cristiani, ormai sconfitti in alcune drammatiche vicende dalle irresistibili forze ottomane, sono stati miracolosamente risollevati: 6 agosto 1456 a Belgrado, 7 ottobre 1571 a Lepanto, 12 settembre 1683 a Vienna. Ma, come anche faceva notare san Giovanni Paolo II, nella sua Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, la preghiera centrata nei misteri di Gesù e di Maria, tipica del Rosario, ha tutto il suo valore anche oggi in modo speciale per la pace nel mondo e nella famiglia. Dunque non è stato semplicemente un caso che il Santo Padre, Papa Francesco, abbia invitato tutti i cristiani all’inizio di questo mese a voler pregare con il Rosario per contemplare Gesù e Maria e per chiedere l’intercessione per le necessità della Chiesa e del mondo. Con la preghiera del Rosario, in cui viene praticata la meditazione e la contemplazione dei misteri della vita di Gesù e di Maria, cala dolcemente la pace divina nel cuore, nella mente e nei sensi degli oranti. E, con ogni evidenza, le persone individualmente e socialmente ne gustano i benefici, difficilmente conseguibili altrimenti.
Il S. Rosario, pregato bene, ottiene il riordinamento della vita personale, familiare e sociale. Infatti il problema dell’uomo è l’uomo stesso caduto nel disordine del peccato chiudendosi in sé stesso e separandosi da Dio. Pertanto, solo rientrando in comunione con Dio, con e come Gesù e Maria da sempre immersi nell’Amore, si risolve il problema della caduta delle persone, della famiglia e della società. Pertanto la preghiera del S. Rosario, “catena dolce che ci lega a Dio”, ci darà ancora una volta miracolosamente, la grazia della conversione per non rovinare in questo mondo che si sta autodistruggendo ed edificare, ciascuno secondo la propria vocazione nella comunità ecclesiale, familiare e sociale, la nuova civiltà a misura d’uomo e secondo il piano di Dio. Cominciamo o continuiamo dunque a pregare, nei giorni stabiliti, entrando volentieri sempre meglio, possibilmente anche in famiglia con i propri cari, nei misteri della gioia, della luce, del dolore e della gloria di Gesù e di Maria che vivono, nell’Amore, la pienezza della vera umanità voluta dal Padre. La Madonna delle Vittorie, la B. V. Maria del Rosario che oggi festeggiamo, ci dona la vittoria, avendoci già promesso: “infine il mio Cuore Immacolato trionferà!”.