In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». (Lc 10,13-16)
Anche da questi passi del Vangelo di Luca, oltre che da tutte le Sacre Scritture, appare con ogni evidenza che la risposta pronta e obbediente al lieto annuncio della salvezza, è sempre affidata alla libera decisione dei destinatari, ma è sollecitata alla necessaria conversione. Se questa non avviene, non siamo neanche minimamente autorizzati a illuderci di poterla fare franca alla fine con qualche espediente di fortuna. Gesù avverte chiaramente che la mancata conversione, nonostante gli innumerevoli segni dal lui stesso compiuti, sarà causa di rovina eterna. Nella Legge erano state annunciate le benedizioni collegate alla fedeltà del popolo all’Alleanza, ma anche le maledizioni minuziose e terribili inevitabilmente conseguenti all’infedeltà (Dt 28, 1-14. 15-46. 47-48). Con le parole riportate da Luca, Gesù applica autorevolmente la Legge in riferimento non solo al popolo eletto, ma a tutti i popoli prospettando il giorno del giudizio escatologico conclusivo e risolutivo della storia. Allora gli irriducibili idolatri di ogni tempo potranno soltanto constatare disperati gli incalcolabili “miliardi di danni”, tanto più preoccupanti per loro poiché saranno non solo materiali, ma anche spirituali di cui prenderanno irrimediabilmente coscienza sperimentandone la rovina e la pena eterna meritata per l’uso sbagliato della libertà a causa della chiusura di mente e cuore alla Verità e all’Amore di Dio misericordioso e giusto.
Questo ci ha voluto insegnare Gesù minacciando “guai” alle città di Corazin e di Betsaida e ancor peggio alla sua città di Cafarnao! Queste hanno rifiutato l’itinerario della penitenza e della conversione, sorde alla sollecitazione dei numerosi prodigi operati da Lui in esse più che altrove, specialmente tra le città pagane, Tiro e Sidone, che invece con ogni probabilità a quest’ora si sarebbero convertite meritando una purificazione finale impossibile a chi l’ha rifiutata nel tempo utile della proposta divina. Sarà dunque un buon esercizio dell’anima mettersi, durante l’esame di coscienza serale, alla presenza di Dio per ringraziarlo del tempo di penitenza e di conversione che ancora continua a concederci nella sua bontà infinita. Chiediamogli pure la grazia della misericordia e del perdono offrendo il proposito di vivere la vocazione battesimale nel proprio stato di vita nella Chiesa, nella famiglia e nel contesto dei doveri sociali in cui ci vuole impegnati.
E prestiamo la dovuta attenzione alle parole con le quali oggi Gesù ci avverte a non sbagliare la strada: “Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato”. Il Concilio Vaticano II (LG 20, c) vi riconosce il riferimento di Gesù Cristo stesso al Collegio apostolico con a capo il Papa, Successore di San Pietro, colonna e fondamento dell’unità di tutta Chiesa: popolo di Dio, sacerdoti, diaconi e Vescovi tutti uniti con lui, Vescovo di Roma, con il suo Magistero e sotto la sua autorità di Vicario di Cristo, il dolce Cristo in terra.