In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». (Mt 18,1-5.10)
I bambini sono persone che hanno il diritto di essere educati nella verità e nel bene a contatto vivo con Gesù Cristo. I genitori hanno il dovere di battezzarli al più presto dopo la nascita affinché, incorporati a Cristo, possano crescere, come Lui, in età, sapienza e grazia, ciascuno con l’aiuto speciale del proprio angelo custode. Sono ormai felicemente superate le tentazioni, fra noi cattolici, di sentirsi a disagio nel credere all’esistenza degli angeli o di parlarne con circospezione, magari dopo aver frequentato corsi “demitizzati” di non meglio definita esegesi. Per la verità, già nello stesso tempo in cui serpeggiava l’allergia elaborata a tavolino in qualche narrativa pseudoteologica verso gli angeli, era proprio il bisogno concreto della vita spirituale a far riaffermare l’esistenza degli spiriti beati specialmente da parte di giovani delusi da una felicità semplicemente materialistica e inconcludente.
Erano tantissimi, ragazzi e ragazze, che a Subiaco, negli anni’80, riscoprivano la bellezza della vita cristiana, grazie alla testimonianza di una piccola comunità di Suore salesiane culturalmente qualificate (nella dimensione artistico-letteraria) e ben disincantate verso le attrattive di un mondo caotico e rumoroso che ingannava altre ignare consorelle. Lì invece, a Subiaco, si viveva nuovamente la gioia e l’amore di figli di Dio a contatto con gli angeli, riconosciuti ministri di pace, protettori da turbamenti esterni ed interni, di penitenza con il richiamo della coscienza alla retta via, e di preghiera con e per noi. Ed era puntualmente elevante la preghiera serale di tutti al Signore, a conclusione delle semplici, spiritualmente intense e motivanti giornate di vita nuova in Cristo, perché “i suoi angeli ci veglino e ci proteggano in questa notte”.
Ora la fede negli angeli, affermata da sempre nella Chiesa e dal Magistero, può essere vissuta in tutta sicurezza e nella sua piena sostanza. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (327-336) sintetizza in maniera esaustiva ed efficace la dottrina cattolica sugli angeli, presentandone la natura, il loro rapporto con Cristo e con la Chiesa. Bisogna affermare innanzitutto che gli angeli sono esseri spirituali personali e immortali, senza corpo e dotati di intelligenza e volontà superiori, in perfezione, a tutte le creature visibili come indica il fulgore della loro gloria. Come tali stanno sempre alla presenza di Dio pronti a compiere liberamente la sua volontà.
Cristo è il centro di tutto il mondo angelico. Per mezzo di Lui e in vista di Lui sono stati creati tutti gli esseri visibili e invisibili. Gli angeli sono suoi ancor più poiché sono stati fatti messaggeri della sua salvezza (Eb 1,14). Sono a servizio di Gesù Cristo dall’Incarnazione, fino alla Passione, alla Risurrezione e al suo ritorno nel giudizio finale. Così allo stesso modo, insegna il CCC, tutta la Chiesa trae beneficio dall’aiuto misterioso e potente degli Angeli.
La protezione degli angeli si estende dalla nascita al momento della morte mentre, fin “da quaggiù, la vita cristiana partecipa nella fede alla beata comunità degli angeli e degli uomini uniti in Dio”. Data questa ovvia dimensione comunitaria degli angeli, è bene praticare fruttuosamente anche la devozione all’angelo custode di ogni nazione e, per quanto ci riguarda direttamente, all’angelo dell’Italia “perché rimanga sempre un Paese credente”, magari in unione all’arcangelo Gabriele e alla B. V. Maria come si prega quotidianamente nella santa casa di Loreto con la preghiera di Benedetto XVI.