In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». (Lc 11,15-26)
La trova spazzata e adorna
Tutti i moti che portano divisione, interiore o fisica che sia, non provengono dal Signore della vita. Anche una malattia virale o batterica, comporta uno stato di assenza di unità nella corporeità, colpita da un agente patogeno. Dio ha creato l’uomo ponendolo nel paradiso affinché conservasse uno stato di grazia, cioè di verità continua, anche nelle prove, a cui il serpente sottoponeva Adamo ed Eva. Oggi l’azione del maligno, come di un serpente che penetra nel paradiso, la conosciamo bene tutti, perché il nostro cuore è spesso devastato da pensieri maligni, a cui bisogna opporsi nella vigilanza. Tanti santi hanno paragonato il cuore ad un piccolo vaso. Se esso è pieno, non possiamo aggiungerci niente; se è vuoto, si può riempire di qualunque cosa.
Il senso della duplice metafora, della casa vuota e del vaso vuoto, è lo stesso: la mente vuota, non concentrata su nulla di utile, è esposta al pericolo dei pensieri cattivi. Il proverbio dice che l’ozio è il padre dei vizi. Don Bosco infatti credeva al principio pedagogico di tenere sempre occupati i ragazzi con il lavoro o con il gioco, perché non avessero mai il tempo di peccare. Con lo stesso principio dobbiamo governare noi stessi: concentrarci sul bene per non avere il tempo di pensare al male. Tutto il monachesimo parte dal presupposto ottimistico che tutte le divisioni dell’animo umano possono essere superate in Cristo, per diventare uno interiormente, e per riunire, poi, il mondo.