La memoria storica delle alluvioni, don Chisciotte moderni, prodromi della guerra in Ucraina, aumento dell’attività di spionaggio cinese contro Taiwan.
di Luca Bucca
– Ancora alluvioni in Italia, la scorsa settimana è stato il turno della Toscana. Se negli ultimi anni si sono manifestati fenomeni meteorologici particolarmente violenti – e altri potrebbero verificarsene in futuro – certamente è bene prenderne atto. Si assumano dunque tutte le precauzioni del caso per mettere in sicurezza i territori, mantenendo in efficienza e realizzando le opere necessarie al contenimento dei danni. Non si giustifichi però tutto facendosi scudo dietro “l’eccezionalità dei fenomeni”, ma si custodisca la memoria storica dei territori che da determinati fenomeni sono stati già interessati periodicamente nei secoli. Solo per fare un esempio, tra i tanti che se ne potrebbero fare, si guardi proprio alla Toscana. A Campi Bisenzio, uno dei comuni più colpiti nell’ultima occasione, i più anziani ricordano almeno tre episodi precedenti a quello della scorsa settimana, nel 1926, nel 1966, alluvione nota per avere gravemente interessato anche Firenze, e nel 1991. Proprio Firenze, ricordata per la già citata alluvione del 1966, negli ultimi mille anni ha subito almeno dieci alluvioni delle quali sette negli ultimi 500 anni. La vicina Pisa cinque nel solo secolo scorso. Dunque realizzare le opere necessarie e non perdere la memoria storica. Anche questo è custodia del creato.
– Il 7 novembre è stato trasmesso al cinema lo spettacolo del Royal Ballet Don Chisciotte, tratto da un episodio del romanzo di Miguel de Cervantes Don Chisciotte della Mancia, opera che nel tempo è stata fonte d’ispirazione per tanti che si sono cimentati nelle più svariate discipline artistiche. Non ci si vuole qui dedicare a fare un’analisi critica del personaggio di don Chisciotte ma, pur correndo il rischio di apparire superficiali o banali, considerare soltanto come vivere e lottare oggi per la riaffermazione di principi immortali, in un mondo che costantemente li combatte e li rigetta, fa correre il rischio di apparire un po’ folli, come l’hidalgo della Mancha. Ma ne vale comunque la pena.
– Vent’anni fa, nel novembre del 2003, in Georgia la cosiddetta rivoluzione delle rose, di un anno precedente alla rivoluzione arancione ucraina, portava al governo, con il legittimo desiderio di liberarsi dall’influenza russa, il conservatore e filo-occidentale Mikheil Saak’ashvili. Anche da queste latitudini passano i prodromi dell’attuale guerra in Ucraina e, dunque, è bene non dimenticare per comprendere meglio ciò che di male oggi accade e prevenire ciò che anche di peggio potrebbe accadere.
– Mentre a Taiwan le elezioni del prossimo gennaio si fanno sempre più vicine, sull’isola nell’ultimo anno si è registrato un aumento significativo delle attività di spionaggio da parte della Cina. Si tratta di un elemento, insieme ad altri, da non sottovalutare, indicativo di un concreto rischio che le mire espansionistiche cinesi possano concretizzarsi anche in tempi brevi con ripercussioni non secondarie se, come sostengono molti analisti, è proprio questo lo scenario geopolitico che potrebbe portare a un conflitto realmente di dimensioni mondiali e non più “a pezzi”.
Mercoledì, 15 novembre 2023