Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio. (Lc 18,35-43)
Chi incontriamo per strada? La maggior parte della gente non la conosciamo e la ignoriamo. È un atteggiamento che ci impoverisce. Ma sembra che non si possa fare diversamente. Ma se uno va a vedere un museo solo per ammirare i quadri che già conosce, non si arricchirebbe mai; ma anche chi vuol solo vedere ciò che non ha mai visto non è in condizioni migliori. L’arte si osserva non solo per ammirarla, ma per cogliere in essa ciò che l’artista vuole trasmettere, a cui non bastano le parole. Andiamo alla sorgente che ha mosso il pennello di ogni pittore.
Gli uomini sono immagini fatte dal padre Eterno secondo il prezioso originale che è Gesù Cristo stesso. Per chi, in ogni uomo che incontra, riesce a vedere Cristo, la strada diventa un tempio e l’incontro con le persone “preghiera”. Se l’evangelista, riguardo al modo in cui Gesù si poneva innanzi al prossimo, scrive: “E vistolo l’amò”, chiediamo lo stesso sguardo profondo del salvatore. Coglieva il soffio vitale di Dio; la persona umana è il primo luogo di Dio, la cui onnipotenza si riverbera nel numero infinito di volti e fisionomie del prossimo. Adesso, con questa presenza di spirito, calpestiamo sotto le nostre suole qualunque banale antipatia verso il prossimo.