In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». ( Lc 21,12-19)
Come è annunciato chiaramente oggi nel Vangelo, il vissuto umano-cristiano sarà accompagnato dalle persecuzioni. Non si tratta di una burrasca passeggera ma di un accadimento quotidiano. Gesù precisa che tutto ciò accade proprio perché siamo suoi discepoli: “a causa del mio nome” (21,12). Evidentemente essere di Cristo non è un buon biglietto da visita, inoltre: “Il maligno va sempre in giro cercando chi divorare” (1Pt 5,8). Chi dichiara di appartenere a Lui deve mettere in conto una dura opposizione da parte del mondo. Gesù aggiunge che saremmo “odiati da tutti” (21,17). Un annuncio sorprendente che spiazza il superficiale buonismo relativista, oggi così in voga, e spesso penetrato in ambiente ecclesiale. Essere Cattolici non solo non attira la simpatia del mondo ma suscita l’odio! Dinanzi a questo conflitto non pochi cristiani si tirano indietro, alcuni cercano di conquistarsi la simpatia del mondo nascondendo la propria identità o minimizzando alcuni punti della proposta evangelica; ma spesso crollano, mostrando un modesto spessore di convinzione e approfondimento.
Chi agisce in questo modo non solo spegne la luce ma offende tutti quei martiri che hanno dato la vita per testimoniare fedelmente il Vangelo. La proposta di Gesù è semplicissima: “Avrete allora occasione di dare testimonianza” (19,13). La persecuzione non è il tempo della fuga ma della testimonianza! Non è il tempo dei compromessi ma della fedeltà. Il Signore non ci chiede di fare accordi con il mondo ma di salvare il mondo. Siamo come il sale che brucia sulla carne ferita. Non dobbiamo essere simpatici ma fedeli, impegnandoci a fare quello che Dio vuole e non quello che il mondo attende. A causa del nome di Gesù saremo perseguitati, a causa di questo Nome custodiremo la fedeltà. Non vogliamo perdere l’amicizia di Dio, la gioia di essere suoi figli vale più di ogni altro bene terreno, più degli affetti umani.