In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. ( Mt 15,29-37)
Saziare quattromila uomini più le donne e i bambini che avevano seguito Gesù per ascoltarlo, è stato un miracolo davvero unico. Ma è un miracolo che si ripete da duemila anni nella Chiesa. Secondo un criterio economico, l’attività religiosa non è produttiva. Le spese per gli edifici ecclesiastici, per il clero, per i seminari, per la carità sono enormi, eppure in qualche modo sono sempre coperte. Si realizza la promessa fatta agli apostoli: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19, 29), e ognuno, se vuole, può sperimentarla nella propria vita.
Un proverbio ceco dice: “Con la preghiera non arriverai mai tardi, con il digiuno non diventerai più magro, con l’elemosina non diventerai più povero”. Chi segue Cristo, chi va dove Dio lo manda, sicuramente non viene abbandonato dal Signore. Nella vita dei santi ciò si manifesta spesso miracolosamente. Ma in tutte le realtà religiose associative, la fedeltà sincera al carisma, è confermata dalla provvidenza materiale ed economica di Dio. Tante volte, nello stendere i bilanci parrocchiali, ci si meraviglia di come tutto si sia potuto risolvere. Nella vita “normale” non parliamo di miracoli ma della benedizione di Dio. Diventiamo consapevoli che ogni opera buona è “benedetta”, cioè porta bene a colui che, anche con sacrifici, l’ha compiuta.