In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno
beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre» (Luca 1,46-55).
Per poter inneggiare al Signore con il più bel cantico di lode del Vangelo, Maria, subito dopo aver rivelato a Giuseppe la propria divina maternità, si mise in viaggio verso la montagna per dare ausilio all’anziana cugina Elisabetta nei suoi ultimi tre mesi di gravidanza. Non è certo rimasta immobile nella nicchia della propria grandezza. Piuttosto, è uscita per mettere la propria vita a servizio. Allo stesso modo, chiunque nella Chiesa abbia ricevuto un incarico e debba svolgere una funzione deve rifarsi a questo segno: nessuno ha il diritto di isolarsi, chiudersi nell’egoismo e difendere i propri privilegi. Al contrario, occorre scendere dai piedistalli, mettersi in strada, e fare veramente della propria vita un servizio. Il sacerdote non può barricarsi nel tempio, anche se molti lo vorrebbero proprio lì, rinchiuso, praticamente in ostaggio. Parimenti, al credente non è consentito limitarsi a dimorare nel proprio cenacolo: la Madonna invita ad abbandonare recinti, palazzi, parchi e giardini protetti.
Chi porta la Parola di Dio nel cuore non può fare a meno di farla risuonare in mezzo alle parole. La solerzia con cui Maria affronta un lungo viaggio è chiaro indice di piena condivisione, niente affatto eccessiva, del compito che Dio le ha affidato, che addirittura la porta a vivere con “leggerezza” e spirito di servizio. Maria è recettiva, senza mai essere passiva o subire le circostanze: si avvicina al prossimo generando stupore e sorpresa. La verità in lei diviene carne, sangue, vita, musica. La persona che reca la Parola di Dio non semplicemente sulle labbra o, peggio, sulle spalle, o sul dito ammonitore, ma come frutto della fede e del suo grembo, quindi pienamente coinvolta, emana per forza di cose una luce, porta benedizione, lascia fluire una gioia benigna e misteriosa, diffonde consolazione.