In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte (Marco 1,40-45).
Gesù mostra un’attenzione costante per i lebbrosi. Il lebbroso nella Bibbia è il malato per antonomasia. Questa malattia terribile colpisce i principi vitali e relazionali dell’uomo: la relazione con il corpo, per lo strazio e il dolore della carne lacerata; con gli altri, per l’impossibilità di accostarsi, pena il contagio; con sé stessi, per l’isolamento psicologico a cui si è costretti; con la religione, perché il lebbroso è ritenuto un maledetto da Dio.
Ma nella Parola di Dio non manca nulla! I Salmi presentano tutte le pene del cuore umano, guidate alla salvezza. Il Salmo 38,6-8, così prega: «Fetide e purulente sono le mie piaghe a causa della mia stoltezza. Sono tutto curvo e accasciato, triste mi aggiro tutto il giorno. Sono tutti infiammati i miei fianchi, nella mia carne non c’è più nulla di sano». Ma alla fine c’è sempre una linea di luce, c’è sempre la certezza che Dio non ti abbandona! È Lui che dice a te: “Vieni con me sul Calvario”, e di te diranno: “Veramente quest’uomo è figlio di Dio!”.
Così recita il Salmo 6,10: «Il Signore ascolta la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera». Ed è su questa linea di luce, che non appartiene a nessuna delle relazioni di cui sopra, o meglio le supera tutte, che entra la grazia di Dio, il Dio di Gesù Cristo che si china sul dolore degli uomini e tocca le loro ferite, sanandole alla radice. L’incontro tra il lebbroso e Gesù è in definitiva l’incontro tra l’orante dei Salmi e il Dio della sua vita, tra l’uomo mendicante di Amore e Dio fonte di ogni Amore, tra l’umanità ferita e il Medico celeste.