Piccolo viaggio sulle orme di Robert De Longe
di Michele Brambilla
Nel giorno in cui i militanti di Alleanza Cattolica possono lucrare l’indulgenza plenaria connessa al riconoscimento ecclesiale dell’associazione ai sensi del diritto canonico, ci soffermiamo su un pittore il cui nome, di primo acchito, non dirà molto: Robert De Longe (1646-1709). Nato a Bruxelles, raggiunse Roma nel 1680. Cinque anni dopo si stabilì a Piacenza su invito del vescovo locale. Egli assegnò al pittore fiammingo diverse opere, tra le quali una pala legata ai primordi di Alleanza Cattolica.
Stiamo parlando della Madonna del Suffragio e le anime purganti, dipinta nel 1692 per la Confraternita della Beata Vergine del Suffragio, titolare dal 1645 della chiesetta in Sopramuro. Proprio in quel luogo e davanti a quella immagine si tennero i primi esercizi di pietà del gruppo che iniziava a ruotare attorno a Giovanni Cantoni (1938-2020).
L’opera di De Longe è quanto di più confacente si possa immaginare alla spiritualità riparatrice ed espiatoria che Cantoni cercava di infondere nella nascente Alleanza Cattolica. Vi si vede, infatti, la Madonna con il Bambino in posizione centrale, assisa su un trono di nuvole e angeli. Con un semplice gesto della mano Maria indica al Bambino le anime purganti, che si osservano nella parte inferiore del quadro. Si tratta di anime contorte, arrossate dalle fiamme del Purgatorio, che le lambiscono e le purificano dai peccati commessi.
Due angeli, mandati dalla Madonna, volano a consigliare un giovane uomo, che indossa l’abito d’ordinanza della Confraternita della Madonna del Suffragio di Piacenza. Egli subito versa sulle anime l’acqua refrigerante della preghiera di intercessione, rappresentata proprio come una grande giara da cui scende uno zampillo di acqua fresca e limpidissima. La preghiera vi è quindi rappresentata come forma privilegiata di soccorso e come riparazione del peccato.
Era anche la spiritualità di De Longe? Potrebbe essere una conferma un altro quadro realizzato dal pittore fiammingo ed oggi conservato a Lubiana, nella Galleria nazionale della Slovenia. Si intitola Sacro Cuore ferito e richiama proprio i capisaldi della teologia del Sacro Cuore di Gesù così come si stava configurando tra Seicento e Settecento.
Il Sacro Cuore appare al centro, punto dalla corona di spine e sormontato dalla croce di Cristo: un’iconografia che diverrà presto quella “ufficiale”. Un angelo in primo piano lo sta additando con in mano un cartiglio che riproduce, in latino, il Sal 33,13: «Il Signore guarda dal cielo: egli vede tutti gli uomini». La citazione biblica contiene, quindi, anche un monito per l’agire terreno. Un gruppo di angeli raccoglie dalla terra i cuori dei fedeli e li protende verso il Cuore di Gesù, perché diventino più simili al Suo.
Il messaggio è molto chiaro: il Signore conosce i peccati e gli stessi pensieri malvagi degli uomini, tuttavia pone come rimedio non la punizione, ma la misericordia di un Figlio che sceglie di morire per la salvezza degli uomini. I nostri cuori sono chiamati a conformarsi al Cuore di Gesù, alla misura del Suo amore, e questo non è privo di conseguenze sociali.
Sabato, 13 aprile 2024