Di Massimo Gaggi da Il Corriere della Sera del 22/02/2023
Dal «profondo Sud» dell’America arriva un’altra forte scossa per la medicina riproduttiva dopo quelle provocate dalle legislazioni sempre più restrittive sull’aborto varate da molti Stati conservatori dell’Unione in seguito alla sentenza della Corte Suprema federale che nel giugno del 2022 ha cancellato il diritto costituzionale ad abortire, riconosciuto dalla stessa Corte mezzo secolo fa.
Questa volta a fare la storia è la Corte Suprema dell’Alabama: una sentenza di due giorni fa stabilisce che gli embrioni formati attraverso la fecondazione in vitro (normalmente congelati e usati in modo selettivo dalle coppie con problemi di fertilità che stanno cercando di avere figli) sono esseri umani.
Per molte ore la sentenza ha provocato stupore e indignazione, ma è stata anche sottovalutata: etichettata come manifestazione estrema e isolata di una magistratura ultraconservatrice guidata da un chief justice, Tim Parker, che già in passato aveva mostrato una certa tendenza a mescolare giustizia e teologia.
Stavolta si è superato: passata con 7 voti favorevoli e 2 contrati, la sentenza (riguardante un caso nel quale un intruso nei laboratori di una clinica aveva fatto cadere le ampolle contenenti alcuni embrioni che erano andati distrutti) definisce gli embrioni congelati «bimbi extrauterini» e il luogo nel quale sono conservati «nursery criogenica».
E la Corte, per giustificare una decisione che rischia di far scattare l’accusa di omicidio nei confronti di chi distrugge gli embrioni non utilizzati, ricorre a vari riferimenti biblici. Cita la Genesi (l’uomo «creato, fin dal concepimento a immagine di Dio»), mentre nelle motivazioni Parker tira in ballo il profeta Geremia («prima di formarti nel grembo materno ti ho conosciuto») ma anche Sant’Agostino, Tommaso d’Aquino e ad altri pensatori cristiani per sostenere che la Costituzione dell’Alabama è «basata su una visione teologica della santità della vita».
Le motivazioni
La Corte suprema ricorre a riferimenti biblici per giustificare
la propria decisionePassato lo stupore iniziale, si è cominciato a ragionare sulle conseguenze di questo pronunciamento. Ogni anno in America le coppie con problemi di fertilità riescono ad avere circa 100 mila figli con le tecniche Ifv che richiedono la disponibilità di un buon numero di embrioni, visto che i tentativi non sempre vanno a buon fine.
Quando una coppia riesce ad avere i figli che desidera, gli embrioni in eccesso generalmente vengono distrutti. Se gli embrioni, anche pochi ammassi di cellule appena fertilizzate, sono esseri umani, questa eliminazione può essere considerata omicidio.
Probabilmente i medici non finirebbero in galera (la legge dell’Alabama è abbastanza chiara nel prevederla solo per la soppressione di chi è stato concepito nell’utero materno), ma le conseguenze civili sarebbero comunque pesantissime. E infatti le cliniche dell’Alabama già si stanno attrezzando per trasferire i loro embrioni fuori dallo Stato.
Mentre tutto il mondo della fecondazione assistita ora teme un «effetto domino»: altri Stati conservatori che hanno reso quasi impossibile l’aborto (come la Florida) tentati di adottare misure analoghe.