In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde» (Luca 11,14-23).
Le folle sono prese da stupore nel vedere che un muto comincia a parlare grazie all’intervento di Gesù, il quale lo libera dal demonio che lo aveva posseduto fino a quel momento, rendendolo privo della parola (cfr. Ez 3,22-27). La vittoria di Gesù sul demonio muto indica che ora è riapparsa la parola di Dio fra gli uomini (cfr. Lc 1,20.64). Manifesta anche la potenza del Figlio di Dio che, scacciando il demonio con il dito di Dio, ossia con la potenza del suo Spirito, costruisce il suo regno fra gli uomini (cfr. Mt 12,28). Appare dunque chiaramente che la lotta tra Dio e Satana è giunta nella sua fase decisiva e ciascun uomo non ha più la possibilità di restare neutrale, poiché chi non si schiera con Cristo è già contro di lui e precipita nel nulla della dispersione e tende a rovinare la propria umanità.
A questa condizione conducono i demoni, angeli ribellatisi a Dio per superbia, e che per odio contro Dio tentano l’uomo al male (cfr. CCC 391-394 e 397-401). Il diavolo e i suoi seguaci erano stati creati naturalmente come angeli buoni, ma da sé stessi si sono trasformati in malvagi avendo rifiutato, per loro libera scelta, Dio e il suo regno. Il peccato di quella parte di angeli, diventati demòni, non può essere perdonato, non per difetto dell’infinita misericordia divina, ma per il carattere irrevocabile della loro scelta, per cui non possono più pentirsi, come neanche gli uomini dopo la morte.
Il diavolo è «omicida fin da principio», «menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,44), ma il Figlio di Dio è venuto per distruggere le sue opere (cfr. 1Gv 3,8). Infatti, «la potenza di Satana […] non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l’edificazione del regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni – di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica – per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina provvidenza, la quale guida la storia dell’uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell’attività diabolica è un grande mistero, ma “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28)» (CCC 395).
Cristo ha già vinto Satana: nella solidarietà del mistero d’iniquità, prima incontrastato, ora si è aperta una breccia. Con Cristo è nata la nuova solidarietà universale, vivificata dall’amore, al posto dell’odio diabolico. Nei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, e in ogni uomo e donna che con essi entrano in alleanza, riprende vigore e si realizza il progetto d’amore voluto dal Creatore. E dopo i giorni terreni verrà quello eterno, in cui finalmente Satana e la morte saranno gettati nello stagno di fuoco (cfr. Ap 20,14) e il diavolo non potrà mai più tenere prigionieri i salvati, né insidiare la Chiesa e sedurre le genti. In vista di questo trionfo, i Pontefici, tra XX e XXI secolo, da San Paolo VI (1963-1978) al Santo Padre Francesco, hanno ribadito l’esistenza e la presenza vera – non mitica – del diavolo, denunciando il fumo di Satana, causa prima dell’autodistruzione nella Chiesa, affermando che chi non crede all’esistenza del diavolo non crede nel Vangelo, ed esortando a resistere saldamente al bugiardo e ingannatore, cingendosi i fianchi con la verità e rigettando immediatamente ogni sua tentazione (Angelus del 21-02-2021 e del 27-12-2023).
Intanto, da veri figli nel Figlio, ci impegniamo, con il nostro “sì”, sull’esempio dei pastorelli di Fatima, a ricevere, prima della vittoria finale ed eterna (cfr. CCC 675-677), il dono di quella terrena, ovvero la nuova civiltà, promessa dalla Madonna con le sue stesse parole: «Infine il mio Cuore Immacolato trionferà!».