In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi (Matteo 28,8-15).
È un episodio che troviamo solo in Matteo e che si riallaccia alla concessione di un corpo di guardia al sepolcro che Pilato fece ai Giudei (Mt 27,62-66). È un racconto chiaramente difensivo contro la diceria dei Giudei, che accusavano i cristiani d’aver sottratto il corpo di Gesù dalla tomba per proclamarne la risurrezione. Essi negavano anche il racconto delle donne e dei discepoli, affermando che essi erano troppo suggestionabili.
In effetti, sia per la legislazione romana sia per quella giudaica violare le tombe era un grave reato. La forza romana, spesso implacabile, si arrestava innanzi al sepolcro di una persona: vi era un sacro timore delle anime spirituali dei defunti. Ciò non toglie che la corruzione mediante denaro non si fermava neanche in tal caso. Le guardie, che comunque furono i primi testimoni della risurrezione, avrebbero dovuto accusare sé stesse di negligenza e rischiavano una grave punizione. Ma, d’altra parte, come anche nel caso di Giuda, i capi dei Giudei ricorsero a trenta denari. Viene accentuata la malvagità dei capi del popolo d’Israele, che rifiutano il Messia fino al punto da falsare i fatti, rendendosi colpevoli di corruzione.
Dall’antichità romana ed ebraica emergono due fattori di fondo. Nell’Impero romano si svilupparono le principali correnti del pensiero filosofico-culturale del mondo antico, mentre l’Antico Testamento è la raccolta di tutto quanto Dio ha rivelato per predisporre l’avvento di Cristo. Ebbene, almeno in un primo momento entrambe queste civiltà hanno negato la realtà salvifica del Signore Gesù. Ma il Salvatore vince, generando persone viventi, al presente, di vita eterna, i cui volti risorti sono un fatto contro il quale non vi è legge che regga. Inizia una nuova era, e il suo messaggio si rivolge a nuovi popoli.
È molto interessante, doveroso e gravoso, per noi europei e ancor più noi italiani, osservare come questo fenomeno si ripete di continuo nella storia. I nuovi popoli fanno il loro ingresso nella storia del mondo, quando i vecchi, che hanno ricevuto grazie immense, rinnegano Cristo.