Direttiva “green” contro la casa, la Russia continua a occupare l’Africa, il ritorno dei pirati
di Luca Bucca
– Il n. 2211 del Catechismo della Chiesa Cattolica elenca alcuni diritti essenziali che la comunità politica deve assicurare alla famiglia. Tra questi il diritto alla casa all’interno del più ampio diritto di proprietà. Certamente non va nella direzione di questa tutela la direttiva sulla prestazione energetica degli immobili approvata il 12 aprile dal Consiglio dei ministri europei dell’Economia e delle Finanze, nonostante il voto contrario di Italia e Ungheria e l’astensione di Croazia, Svezia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia. La cosiddetta “direttiva sulle case green”, seppure meno invasiva rispetto alla proposta originariamente presentata dalla Commissione Europea nel dicembre del 2021 nel solco del piano per la transizione energetica Green Deal, presenta comunque varie criticità e in fase di attuazione potrebbe lasciare spazio a manovre compressive del diritto di proprietà sugli immobili. Forse c’è da sperare che, come sostengono alcuni analisti, si tratti di una misura concretamente irrealizzabile.
– Il vuoto in geopolitica, come in politica, non esiste. Lo spazio liberato dalla “ritirata” di alcuni Paesi europei dall’Africa ha subito trovato nuovi occupanti. È il caso, ad esempio, del Niger, stato dal quale, in seguito al golpe del 2023, è andato via il personale francese e dove, proprio qualche giorno fa, sono giunti dalla Russia 100 istruttori militari con armi che andranno a rinforzare relazioni e presenza russe nell’area del Sahel, secondo un piano di espansione che va ormai avanti da tempo, senza trovare ostacoli significativi, e mira a raggiungere anche le coste del Mediterraneo, insidiando così l’Europa occidentale anche da meridione. In questo senso va letto anche il patto, risalente all’autunno del 2023, tra Vladimir Putin e Khalifa Haftar – generale dell’Esercito nazionale libico, operante nella Libia orientale, in contrapposizione al governo di Tripoli riconosciuto dall’ONU – che prevede la concessione del porto di Tobruk come base per le navi russe. Proprio a Tobruk nel mese di febbraio è sbarcato un carro armato russo T-72 e pochi giorni fa sono attraccate due navi cariche di mezzi e forniture militari. Il tutto mentre gli ex-mercenari del gruppo Wagner presenti nelle basi libiche sono stati schierati in altre aree e sostituiti da altri militari russi.
– I conflitti locali o regionali difficilmente rimangono circoscritti senza produrre effetti anche su altre aree più o meno contigue. Si pensi a quanto sta accadendo nell’Oceano Indiano come conseguenza dell’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023 e ai connessi attacchi da parte delle milizie Houthi ai mercantili in navigazione nel Mar Rosso, che hanno reso necessario un maggiore dispiego di forze militari per cercare di mantenere sicura la rotta attraverso il Canale di Suez. Proprio il maggiore impegno in questo tratto di mare ha determinato una minore presa sul Corno d’Africa, permettendo ai pirati somali di riprendere i propri assalti, durante i quali trovano nuove risorse e rafforzano, così, la propria posizione. Si tratta di un ulteriore vulnus geopolitico e farà presto parlare di sé.
Mercoledì, 17 aprile 2024