In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Matteo 11,25-30).
Nelle persone realmente praticanti nella fede, l’assenza di ristoro è dovuta non tanto al lavoro che hanno fatto, quanto a quello che hanno omesso. Questo, perché Satana è il “distrattore”. Cioè, colui che non potendo agire portando l’anima verso il peccato mortale (perché chi si esercita nella vita spirituale acquisisce avversione forte per il peccato), provoca distrazione, portando l’anima verso un bene non corrispondente alla volontà di Dio. È un bene che può dare un certo piacere, ma non è gioia piena.
Purtroppo spesso viviamo dando spazio più a suggestioni, impressioni, e quindi scelte e progetti non veramente confermati in coscienza, ma più che altro dovuti a propensioni naturali o a situazioni contingenti, che portano con facilità a compiere certe scelte che distolgono dalla pienezza della grazia. Chi vicino a casa ha il proprio bar o il circolo o un bel parco dove fare dello sport, facilmente si distrae. Oggi sappiamo delle dipendenze legate al computer e a tutta la sfera informatica.
Si tratta di cose buone, cioè non intrinsecamente peccaminose, ma non sono ciò che merita tutto quel tempo e quell’impegno e quel denaro. Già solo questo innesca uno stato di desolazione, che può essere lì per lì anche impercettibile, ma poi porta a un progressivo affaticamento e a constatare il poco frutto dei nostri sforzi. Se lo si lascia procedere, porta sempre più in basso e verso il peccato manifesto.
Spesso ci si trova a venire a contatto con persone, per così dire, “altruiste nevrotiche”. Se l’anziana signora, dirimpettaia di casa, ha un problema, visto che è madre di tre figli la carità esatta è fare una telefonata ai congiunti, perché tocca a loro provvedere all’anziana madre, non certo accollarsi croci che non ci appartengono. Questi suggerimenti, che distolgono dalla voce del Padre, iniziano sempre in modo poco soave, come invece è la voce del buon pastore quando diamo ascolto, nel silenzio, alla sua presenza salvifica.
Santa Caterina da Siena Vergine e dottore della Chiesa, patrona d’Italia