50 anni dal referendum sul divorzio, più storia meno dinosauri, due pesi e due misure, prove di nuove invasioni
di Luca Bucca
– Cinquant’anni fa, il 12 e 13 maggio del 1974, si tenne il referendum abrogativo della legge sul divorzio, introdotta il primo dicembre del 1970. L’esito fu la vittoria del fronte del “no”. A distanza di cinque decenni rimangono ancora aperte due ferite che andrebbero risanate, quella prodotta da questa legge nella società italiana e quella nel mondo cattolico, che si presentò diviso all’appuntamento referendario.
– Intervenendo lo scorso 6 maggio alla 22esima edizione della rassegna Futuro Direzione Nord, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha sollevato il dubbio sull’utilità di approfondire a scuola lo studio dei dinosauri togliendo tempo alle epoche successive. La questione è certamente interessante. Due sole osservazioni in questa sede. La prima riguarda un problema che è reale: i programmi scolastici potrebbero essere bilanciati in modo da dare valore ad ogni fase della storia umana, spesso fatta studiare sbrigativamente e lasciando in ombra molti fatti che meriterebbero, invece, maggiore approfondimento o un’interpretazione meno “orientata”. La seconda riguarda un approccio spesso ideologico e dogmatico all’evoluzionismo, a cui qualcuno dà ancora lo scopo di negare polemicamente l’esistenza di un Creatore come origine del mondo e della vita. A entrambi i problemi sarebbe opportuno porre rimedio.
– Fa specie che certi giornali e ambienti politici e culturali siano così clementi nel narrare le azioni di giovani che aggrediscono le forze dell’ordine o impediscono lo svolgimento di manifestazioni pubbliche con le quali si trovano in disaccordo, come avvenuto più volte nelle ultime settimane, ma descrivano poi come intimidatoria la campagna social di Atreju, realtà giovanile di destra, che invita a votare Giorgia Meloni alle prossime elezioni del Parlamento Europeo “per dare un dispiacere agli avversari”. In attesa di condanne ferme e sincere contro i violenti, non resta che augurare a questi campioni del doppiopesismo almeno un po’ di senso dell’umorismo. Che li possa illuminare san Tommaso Moro che così pregava: «Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo, concedimi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po’ di gioia e possa farne parte anche ad altri».
– The Telegraph ha recentemente pubblicato un servizio nel quale spiega come la Cina stia sfruttando la campagna militare russa in Ucraina per verificare il grado di reazione della NATO rispetto ad azioni che minacciano l’integrità nazionale degli altri stati. Una sorta di “stress test” utile al regime di Xi Jinping nella prospettiva della possibile invasione di Taiwan. In tal senso torna a vantaggio del progetto di espansione cinese anche l’apertura di altri fronti che potrebbero impegnare le forze occidentali, come ad esempio quello africano, del quale già più volte questa rubrica si è occupata (solo nella settimana appena trascorsa sono arrivati in Africa 1800 soldati russi, distribuiti tra la Libia e il Sahel), ma anche le isole Kurili, da decenni contese tra Russia e Giappone, dove ultimamente Putin ha disposto l’aumento della presenza militare.
Mercoledì, 15 maggio 2024