In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?”. Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una màcina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda (Mt 18,1-5.10.12-14).
Molto realisticamente, Gesù ci ha già avvertito che, data la libertà umana secondo il piano di Dio Padre, Bontà infinita, è inevitabile che accadano scandali. Nel contempo però ci ha ammonito severamente, come leggiamo nella pagina evangelica della S. Messa odierna, a non provocare lo scandalo del peccato causa della condanna alla pena eterna del fuoco dell’Inferno.
Pertanto è necessario convertirsi, cioè correggere tutti quei modi di pensare e di comportarsi che meritano la cacciata nell’Inferno eterno della privazione di Dio nostra eterna felicità e del fuoco inestinguibile. La conversione sollecitata da Gesù Misericordioso porta a compimento l’accorata predicazione profetica per il ritorno a Dio, fonte della felicità, della gioia e della giustizia, contro le varie forme dell’immondezza dell’idolatria (cfr. Ger 3,14.22; 31, 13-23; Ez 14,6).
Gesù si cala nel vissuto dei suoi discepoli che intendono coltivare la malcelata vanità di primeggiare fra i suoi seguaci e insegna loro puntualmente la necessità di diventare come i bambini e di prendersi cura di loro invece di disprezzarli.
Lo dice anche a noi. Raccogliamo la sua lezione. Adoperiamoci ad eliminare, con verità, opportuna strategia e coraggio, umile e generoso, la piaga dell’uccisione dell’innocente. Intensifichiamo l’afflato educativo a tutti i livelli con rinnovato spirito di servizio verso i “piccoli” di ogni età che sembrano resistere ai persecutori, ma che stiamo scandalizzando con la nostra caduta di fervore nella buona battaglia in loro difesa. Lasciamoci volentieri ricondurre dal Buon Pastore che continua sempre a cercare tutti noi, piccoli e bisognosi della sua guida. Nell’umiltà della sua sequela, secondo lo stile della comunità cristiana ecclesiale con Gesù e con Maria, vivremo “l’infanzia spirituale” della nuova nascita (Gv 3,4s) e cresceremo nella maturità della fede cattolica che alimenta la buona battaglia cui siamo chiamai nell’ora presente.