« La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile. Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora. Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti, prima di essere portato altrove, egli fu dichiarato persona gradita a Dio. Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano. Per fede, Noè, avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede » (Eb 11,1-7).
Gesù, per mezzo della fede è « fondamento [sostanza, presenza, inizio] di ciò che si spera ». Abita nei nostri cuori, quindi nel cuore della Chiesa (Ef 3,17), la quale ha « il pensiero di Cristo » (1Cor 2,16). È il senso vero ed ultimo della mia vita, per cui sono chiamato ad accettare liberamente di essere trasformato in lui, in modo tale che « per me […] il vivere è Cristo » (Fil 1,21), fino al punto che, partecipando al mistero della Croce, « non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me » (Gal 2,20) così che la mia vita sia « nascosta con Cristo in Dio » (Col 3,3).
Se incomincio a comprendere qualcosa di questo mistero grande, allora tutto diventa chiaro! Alla radice della fede c’è l’esperienza di Gesù “presente”. Questa esperienza non è irrazionale, perché è radicata nell’intelligenza. Le proposizioni con cui la esprimiamo sono indispensabili per rendersene conto, ma vengono dopo, come il pensiero riflesso accompagna e segue il pensiero spontaneo.
La nostra fede non termina a dei “dogmi” ma, con il loro indispensabile aiuto, alla realtà, a Dio comunicato e svelato, in Gesù. Con la sua presenza diventiamo talmente forti che non solo vinciamo l’Inferno, ma l’Inferno ha persino paura di noi. Con la gioia di questa presenza portiamo Gesù agli altri.
Il Santo del giorno: San Policarpo, vescovo e martire