In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. (Lc 6, 12-19)
Gesù, vedendo le folle, ne sente sempre compassione. Viene da domandarsi se vi sia mai stato un capo di stato con gli stessi sentimenti dei santi re medioevali. Dediti agli anziani, agli afflitti, a bambini e agli ammalati. Tante volte la povera gente è stata utilizzata come carne da macello per formare milizie inviate in guerre di conquista. Difficile trovare un capo mosso dall’amore. Servirsi degli uomini anziché servirli è una tentazione quotidiana. Se osserviamo l’esito della vita di tanti aspiranti pastori, pochi l’hanno offerta per il loro gregge. Dio solo ci ama veramente e fra gli uomini solo chi ha il suo santo timore è veramente affidabile. Alla fine sono solo i santi che hanno inciso positivamente la storia. Gesù si intenerisce sempre innanzi al popolo degli umili, dei lavoratori, dei sofferenti, perché in Lui batte lo stesso cuore dell’amore del Padre per i suoi figli. La povera umanità abbrutita dal peccato è amata solo da Gesù. Abbandonare il Buon Pastore è quella somma stoltezza che vediamo oggi atto in Occidente. La stanchezza che Gesù constata nelle folle è la stessa di chi percorre una strada rovinosa. Il peccato pesa più di quanto lo si voglia ammettere. Più lo si commette, più ti schiaccia sotto un peso insopportabile.
Santa Caterina da Siena affermava che i peccatori sono i “martiri dell’inferno”. Il maligno agisce accecando, asservendo e suicidando. Dopo aver commesso il peccato, segue la disillusione e il gusto amaro del male. Eppure si era manifestato come una forma del bene. Lupo con pelle d’agnello. Afferra alla gola, non cede alla presa finché non vede il Buon Pastore che difende sempre il gregge, anche a costo della vita. È Dio stesso che, facendosi uomo e ponendo la sua tenda in mezzo a noi, è divenuto la nostra guida sicura nel cammino della vita.