Nacque nel 1585 presso Dax in Guascogna e morì nel 1660, il 27 settembre; dunque dovremmo chiamarlo piuttosto «de Paul», ma la corrente italianizzazione del nome dimostra quanto la sua figura sia ormai popolare anche da noi. Di modestissima famiglia di contadini, studiò teologia e fu ordinato prete; venne in contatto con san Francesco di Sales [1567-1622] ma anche con alcuni esponenti del giansenismo nascente, senza lasciarsi però allontanare dall’ortodossia e dall’attaccamento alla Santa Sede. Si preoccupò molto della riforma dei costumi e della preparazione culturale e spirituale del clero. Fondò la Congregazione della Missione con la finalità di svolgere una predicazione semplice presso i ceti più popolari. Ma soprattutto svolse un’attività infaticabile di beneficenza. Così si prodigò a favore dei condannati alle galere come dei cristiani che erano stati catturati dai Barbareschi ed erano schiavi nell’Africa settentrionale. In una Francia devastata dalle guerre e dai disordini civili raggiungeva le regioni più colpite dalle calamità per organizzare i soccorsi. In una Parigi che presentava tratti anticipatori delle moderne metropoli soccorreva i bambini abbandonati, aiutava i mendicanti, veniva incontro alle «donne perdute». Fondò, per essere coadiuvato in quest’opera, un’associazione, quella delle «Dame della Carità», la quale, dal primitivo scopo di soccorrere i poveri malati, si volse ben presto a cercare di alleviare ogni tipo di miseria, con la preoccupazione di dare insieme un aiuto materiale e spirituale. Oggi gli «spiriti forti» usano deridere queste «Dame di San Vincenzo», ma noi, non negando che in qualche caso esse possano essere delle signore ‘bene’ in cerca di diversivi, rivolgeremo ad esse, e al loro fondatore, un pensiero grato e riverente, consapevoli dell’eccezionale importanza della carità cristiana nell’alleviare le sofferenze materiali che sono andate crescendo negli ultimi secoli, specie a fronte dell’impotenza generalmente dimostrata dalle laicissime organizzazioni statali.
Cammei di santità. Tra memoria e attesa,
Pacini, Pisa 2005, pp. 44-45