Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: “Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri”. Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo (Lc 19,45-48).
Il comportamento di Gesù che scaccia i venditori dal Tempio di Gerusalemme ribadendone la specifica identità e funzionalità religiosa in contrapposizione all’uso arbitrario, immorale e illecito con cui era strumentalizzato, praticamente a causa della sorda e muta connivenza generalizzata, non è un gesto sovversivo o rivoluzionario, bensì di restaurazione e rinnovamento.
Infatti Gesù spiegava chiarissimamente alle folle che non era venuto per eliminare la Legge e i Profeti, ma per portarli a compimento (cfr, Mt 5,1-20) 23,1-3) e raccomandava a tutti di fare e osservare tutto quello che dicevano gli scribi e i farisei seduti sulla cattedra di Mosè.
Ma, nello stesso tempo, ingiungeva loro di evitare in tutto l’ipocrisia del cattivo comportamento proprio di quelli che dicono, ma non fanno, vogliosi di apparire, di farsi vedere in bella posa per essere ammirati dagli uomini, incuranti della coerenza che nasce dalla pratica della verità per amore.
Questa esteriorità senz’anima era il contrario dell’educazione all’amore a cui con pazienza, giustizia e misericordia il Signore educava, sin dall’inizio della sua storia, il popolo eletto per raggiungere e ricreare nell’amore umile e ubbidiente tutta l’umanità decaduta nella prevaricazione e alienazione del peccato.
Gesù, il Figlio Unigenito di Dio fatto uomo, Dio Egli stesso, è il primo uomo che torna a vivere la piena umanità poiché permane in perfetta comunione con Dio Padre e con lo Spirito Santo e crea nuovamente tutti nell’immagine e somiglianza con Dio che avevano perduto.
Gli umili e i semplici lo amano e lo seguono, a cominciare dalla Beata Vergine Maria sua Madre che in modo specialissimo e liberissimo si lascia scegliere per collaborare con il Figlio e dare vita ad uno ad uno, ai membri del nuovo popolo di Dio, la Chiesa, Corpo di Cristo, comunità di amore e di salvezza nella quale tutti sono chiamati ad entrare secondo la sapienza di Dio.
Ora è giunto il tempo della nuova ed eterna creazione. Le strutture socio-religiose hanno, a loro modo, solo la finalità di favorirla, non certo di fossilizzarsi e di garantire soddisfazioni e sicurezze meramente materiali in un clima secolarizzato istigato dalla “mondanità del diavolo” e gravato dalla disperazione dell’illusoria auto-salvezza.
Gesù, con la sua autorità di umile Re di gloria, mostra simbolicamente la fine e la distruzione del tempio di pietre e si avvia a dare il segno definitivo della sua autorità che fa nuove tutte le cose (Ap 21,5), quello di Giona che Egli stesso aveva promesso (Mt 12,38-41), ossia della sua morte, sepoltura e Risurrezione.
Appare chiaramente che Gesù compie non una sovversione-rivoluzione dell’ordine costituito, ma la sua restaurazione, denunciandone la deviazione secolarizzante e riportandolo alla sua vera finalità, quella di facilitare l’incontro con Dio mediante la preghiera che avrà la sua totale e definitiva realizzazione partecipando al sacrificio rigeneratore del suo amore con la fede in lui.
SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE, NEL CIMITERO DI CALLISTO