« Pietro allora prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Gesù gli rispose: “In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi” » (Mc 10,28-31).
Pietro esprime il pensiero dei compagni dicendo – a loro nome – che quello che il ricco di poco prima (17-22) non ha avuto il coraggio di fare loro lo hanno fatto. Dicendo così dice la verità (1,18.20; 2,14) anche se con un pizzico di orgoglio. A differenza del ricco hanno lasciato alle loro spalle non soltanto le loro proprietà, ma il loro stile di vita, per seguire Gesù. Esteriormente hanno lasciato tutto alle spalle, ma i loro bisticci per questioni di posizione o di onore (9,34; 10,41) e la loro avversione a una prospettiva di sofferenza (8,31-34) fanno capire che non hanno ancora abbandonato tutto interiormente per seguire Gesù.
L’affermazione di Pietro non implica necessariamente che lui abbia venduto tutto per darlo ai poveri (cfr. 1,29; Gv 21,3), ma che ha abbandonato completamente il tipo di vita che conduceva prima per seguire Gesù. Gesù accoglie l’affermazione di Pietro come sostanzialmente vera, sottolineando che questa rinuncia trova la sua ricompensa non soltanto nell’altra vita, ma già ora. L’annuncio del Vangelo non è una prestazione che dia diritto ad una ricompensa da riscuotere a suo tempo, ma è essa stessa la ricompensa, perché riempie la vita proprio con quelle cose a cui si è rinunciato, ad un livello incomparabilmente superiore.
Con un pizzico di ironia Marco aggiunge, alla lista delle “ricompense” le persecuzioni. Riguardo alle persecuzioni il problema non è “se ci saranno”, ma solo “come saranno”. Potranno essere violente ed esplicite, oppure indirette ed implicite, fatte di ironia, di presa in giro, di ostracismo sociale, ecc. Il cuore di tutto sta nel distacco interiore da se stessi, che trasforma ciò che è orribile per questo mondo (הַעוֹלָם הַזֵה : ha’olam hazeh) in meraviglioso per chi vive già nel mondo che viene (הַעוֹלָם הַבָּא : ha’olam habbah). Nel mondo che viene (e che è già presente in Gesù risorto) i valori saranno riportati alla loro normalità, per cui apparirà chiaro che ciò che appariva brutto (ultimo) era in realtà bellissimo (primo).
Diventerà chiaro che ‘normale’ non è quello che fan tutti, ma quello che è secondo la norma, anche se è fatto da pochissimi. Chi ha Gesù ha tutto: questo è quello che non aveva ancora capito il ricco… e che gli apostoli erano ancora sulla strada di capire fino in fondo.
Il Santo del giorno: San Lucio I, Papa