Di Andrea Morigi da Libero del 26/03/2019. Foto redazionale
Mentre l’imperatore rosso era a Roma, il presidente francese Emmanuel Macron invocava «un approccio comune» dei Paesi nei confronti di Pechino, giudicata tra «i rivali sistemici» dall’Ue, perché «non è un buon metodo negoziare accordi bilaterali per la nuova Via della Seta». Poi si è capito che il suo intento era quello di evitare che l’iniziativa Belt and Road passasse dall’Italia. Tutto quel che è riuscito a ottenere, in realtà, è l’esclusione di Giuseppe Conte dal vertice a quattro di domani sulla governance globale, con il presidente cinese Xi Jinping, la cancelliera Angela Merkel e il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Ribadiranno che il Vecchio Continente è a trazione franco-tedesca.
LA CONQUISTA DELL’ELISEO
E subito dopo firmeranno per ottenere commesse per le loro aziende nazionali dal colosso asiatico. In pratica, è una gara a chi dimostra di sapersi inchinare di più, alla maniera orientale, davanti alla seconda potenza economico-militare del mondo. Così ieri sera, dopo la tappa italiana e di ritorno dal Principato di Monaco, Xi è arrivato a Nizza, accolto con tutti gli onori da Macron, per un colloquio che ha preceduto una cena in compagnia delle consorti, Peng Liyuan e Brigitte, a Beaulieu-sur-Mer. L’incontro servirà ad avere «scambi approfonditi sulle relazioni sino-francesi, sino-europee, e le questioni internazionali e regionali di interesse comune», secondo quanto riferito da fonti cinesi. Oggi Xi Jinping sarà all’Eliseo per un colloquio di lavoro, seguito da una dichiarazione alla stampa, quindi da una cena di Stato. Esattamente come in Italia, anche in Francia sono pronte per essere sottoscritte una serie di intese: si va dal settore nucleare a quello aerospaziale, passando per iniziative per la promozione di fonti di energia pulita. «Abbiamo molte cose da fare assieme, in termini di azione climatica e multilateralismo, ma dobbiamo anche difendere i nostri interessi», aveva detto Macron a Bruxelles giovedì scorso.
LA SFIDA DEL 5G
Oltre un migliaio di manifestanti filotibetani, ieri sono scesi in piazza nella capitale francese per ricordare che la protesta contro Pechino ha spinto 153 tibetani a immolarsi dandosi fuoco negli ultimi 10 anni nel territorio che ha appena commemorato «il 60/o anniversario della colonizzazione da parte della Cina» e della fuga del Dalai Lama da Lhassa, il 17 marzo 1959. Al Dragone, chiedono di riprendere il dialogo con la loro guida spirituale. E chissà se Macron riterrà di affrontare il tema dei diritti umani. Poi si passerà al delicato capitolo relativo a Huawei, che si propone come monopolista della nuova rete 5G per le comunicazioni elettroniche ad alta velocità. Se gli Usa chiedono agli alleati di non far entrare i cinesi in Europa, la Francia non lo esclude. Il Principato di Monaco, invece, ha già firmato un accordo con il colosso cinese e punta a diventare il primo Stato al mondo con una copertura totale 5G.