Filosofo e teologo inglese, nato verso il 1185 e morto a Parigi nel 1245, il 21 agosto. Recatosi da giovane a Parigi per studiarvi teologia, divenne poi uno dei principali professori (quello che oggi chiameremmo un “barone universitario”) della Sorbona, che era allora, specialmente per la filosofia e la teologia, la più importante università europea. Fu anche a capo della facoltà teologica come magister regens, maestro reggente, e introdusse l’uso del Libro delle Sentenze come manuale. In occasione di una grave crisi dell’università parigina, Alessandro di Hales si recò a Roma per salvaguardare quell’istituzione. Nel 1236 era un intellettuale famoso, un ricco arcidiacono; ma ecco una grande svolta, per la sua vita e per la storia della cultura: indossa l’abito dei frati minori, rimanendo tuttavia professore e fondando la prima scuola francescana di Parigi. Ebbe compiti politici importanti, incarichi di rilievo all’interno dell’ordine, partecipò al I concilio di Lione. Non possiamo certo riassumere qui la sua dottrina filosofica e teologica. Basterà dire che egli può veramente essere considerato il fondatore del metodo scolastico. Papa Alessandro IV [1254-1261] lo elogiò nella bolla De fontibus Paradisi; san Bonaventura[1217 ca.-1274], che considerava proprio merito l’essersi mantenuto fedele al suo insegnamento, lo chiama «maestro e padre»; san Tommaso [d’Aquino, 1225-1274] lo raccomandava più di ogni altro autore del suo secolo. Per noi il suo pensiero è soprattutto un esempio di distinzione ma non separazione tra filosofia e teologia. Tra tante sue posizioni piace qui ricordare l’insistenza sul rapporto tra l’attività umana e il Sommo Bene nella ricerca del bene e del male morale: contro ogni confusione tra etica cristiana e morale pagana o laicista.
Cammei di santità. Tra memoria e attesa,
Pacini, Pisa 2005, pp. 19–20
Mercoledì, 15 maggio 2019