« Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi » (Mt 13,54-58).
Il Verbo eterno di Dio si è fatto uomo e si è comportato, per la gran parte della sua vita terrena, come un uomo “normale”. È solo con la sua vita pubblica (uno o tre anni) che manifesta, sempre senza ostentazione, la sua natura divina mostrando una sapienza trascendente e facendo miracoli. I primi cristiani hanno faticato ad accettare questo aspetto della vita di Gesù ed hanno inventato anche delle storie di miracoli fatti da lui quando era bambino. Ma i Vangeli canonici ci fanno capire espressamente che non li ha fatti.
Il primo miracolo è avvenuto a Cana di Galilea durante un matrimonio. Prima la vita di Gesù si è svolta in modo assolutamente nascosto. Quando incomincia a radunare folle, a cacciare demòni, a guarire malati, a spiegare le Scritture con una autorità che non avevano neppure gli scribi, i suoi parenti pensano che sia diventato matto: « Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé” » (Mc 3,20-21).
Possiamo immaginare i loro discorsi: povera Maria, il suo figliolo che sembrava tanto bravo è diventato matto! I primi cristiani faticarono parecchio a capire questo aspetto della vita di Gesù… ma noi lo abbiamo capito? Abbiamo capito che per diventare santi non è necessario fare miracoli? I miracoli la Chiesa li chiede come un segno per procedere ad una canonizzazione solenne, ma nessuno è santo per questo, ma per aver praticato la carità in modo eroico.
Non è necessario avere una sapienza che susciti ammirazione, non è necessario che gli altri se ne accorgano. Nel non essere riconosciuti, considerati, stimati c’è un eroismo straordinario. L’eroismo di Gesù che ha saputo aspettare la sua ora per tanti lunghissimi anni… Diceva don Bosco: l’importante non è fare cose straordinarie, ma fare quelle ordinarie straordinariamente bene…
Un giorno chiesero a sant’Antonio del deserto, detto “il grande”: chi è il più grande santo oggi? Rispose: c’è un tale che vive ad Alessandria, la grande città piena di peccatori e di occasioni di peccato, fa il ciabattino, prega, aiuta chi ha bisogno ed è più grande di me e di tutti i monaci che vivono nel deserto…
Il Santo del giorno: San Pietro Giuliano Eymard, sacerdote