di Michele Brambilla
«Ieri sera», ricorda Papa Francesco ai partecipanti all’udienza generale di mercoledì 11 settembre, «sono rientrato dal Viaggio apostolico in Mozambico, Madagascar e Mauritius. Ringrazio Dio che mi ha concesso di compiere questo itinerario come pellegrino di pace e di speranza, e rinnovo l’espressione della mia gratitudine alle rispettive Autorità di questi Stati, come pure agli Episcopati, che mi hanno invitato e accolto con tanto affetto e tanta premura, e i Nunzi Apostolici, che tanto hanno lavorato per questo viaggio».
Il Pontefice compie viaggi apostolici in lungo e in largo perché «la speranza del mondo è Cristo, e il suo Vangelo è il più potente lievito di fraternità, di libertà, di giustizia e di pace per tutti i popoli». Si realizza così la parabola evangelica del seminatore (cfr Lc 8, 4-8): il campo è il mondo, contaminato dalla zizzania del peccato («in Mozambico sono andato a spargere semi di speranza, pace e riconciliazione in una terra che ha sofferto tanto nel recente passato a causa di un lungo conflitto armato», puntualizza Francesco), ma continuamente percorso dalla parola di Dio, della cui seminagione saranno mietitori gli angeli (cfr Mt 13, 24-20).
Quanto alla costruzione di un presente migliore, assicura il Pontefice: «ho incoraggiato in tal senso le Autorità del Paese, esortandole a lavorare insieme per il bene comune. E ho incoraggiato i giovani, che si sono radunati dalle diverse appartenenze religiose, perché costruiscano il Paese, superando la rassegnazione e l’ansietà, diffondendo l’amicizia sociale e facendo tesoro delle tradizioni degli anziani. Ai vescovi, ai sacerdoti e alle persone consacrate, che ho incontrato nella Cattedrale di Maputo, intitolata alla Vergine Immacolata, ho proposto la via di Nazareth, la via del “sì” generoso a Dio, nella memoria grata della sua chiamata e delle proprie origini».
La semina è stata praticamente la medesima in ogni tappa del lungo viaggio in Africa. «Il Vangelo delle Beatitudini, carta d’identità dei discepoli di Cristo», dice il Santo Padre, «in quel contesto è antidoto contro la tentazione di un benessere egoistico e discriminatorio». «Il Vangelo e le Beatitudini», ripete una seconda volta il Papa, «sono l’antidoto per questo benessere egoistico e discriminatorio, e anche è il lievito di vera felicità, impregnata di misericordia, di giustizia e di pace». Una ricetta valida ad ogni latitudine, che si parli dell’Africa profonda o dell’Occidente secolarizzato: «Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie a Dio e chiediamogli che i semi gettati in questo viaggio apostolico portino frutti abbondanti» nel cuore di ogni ascoltatore.
Giovedì, 12 settembre 2019