« Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: “Le folle, chi dicono che io sia?”. Essi risposero: “Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto”. Allora domandò loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Pietro rispose: “Il Cristo di Dio”. Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. “Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno” » (Lc 9,18-22).
Seguire Gesù vuol dire accettare di condividere la sua vita, che è vita di gioia, luce, dolore e gloria. La vita di Gesù è un tutto, un insieme, di cui la Croce è un passaggio essenziale. Chi vuol venire dietro a me – dice Gesù – rinneghi sé stesso, dica di no al proprio egoismo, prenda la sua Croce di ogni giorno. Non una Croce astratta, immaginata e desiderata dal nostro io, ma quella Croce che è la nostra e che ogni giorno ci troviamo davanti.
Solo se accogliamo quella Croce, solo se la prendiamo come realtà amata, con gioia (cfr. 2Cor 9,7), solo allora diventiamo veri seguaci (“accoliti”) di Gesù. Che cosa vuol dire in concreto “dire di no a sé stessi”? Quando ci capita qualcosa di spiacevole spesso reagiamo così: sarei disposto ad accettare qualsiasi cosa, ma questo no! Se vogliamo invece vivere il Vangelo fino in fondo diciamo: grazie Gesù! E andiamo avanti con gioia! San Filippo Neri diceva che vale di più una penitenza da poco ma non cercata, che mille difficili penitenze che ci infliggiamo di nostra propria volontà…
Il Santo del giorno: San Vincenzo de Paoli