« Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te. Oracolo del Signore. Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore e diverranno suo popolo, ed egli dimorerà in mezzo a te e tu saprai che il Signore degli eserciti mi ha inviato a te. Il Signore si terrà Giuda come eredità nella terra santa ed eleggerà di nuovo Gerusalemme. Taccia ogni mortale davanti al Signore, poiché egli si è destato dalla sua santa dimora” » (Zc 2,14-17).
Il saluto abituale dell’ebreo era (ed è tutt’ora) Shalom, pace. Qui invece il saluto prende le forme di un fermo invito alla gioia. Il contesto lo ricollega con chiarezza a quattro passi profetici: Gioele 2,21-27; Sofonia 3,14-18; Zaccaria 2,14-15; 9,9-10. È la gioia “messianica”. Dio, allontanato – scacciato – dal peccato, ha deciso, per la sua infinita misericordia, di non abbandonare l’uomo e di ritornare ad abitare il mondo.
La gioia del ritorno è annunciata alla “figlia di Sion”, cioè a Gerusalemme, che inpersonifica il popolo di Israele. Il ritorno avviene in un modo a priori inimmaginabile. Dio non ritorna solo con la sua potenza, con la sua gloria, con l’efficacia della sua vittoria sui nemici.
Non si limita a suscitare uomini o un uomo che, a nome suo, compia la sua opera, ma « Re d’Israele è il Signore in mezzo a te » (Sof 3,15); « Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente » (v. 17); « [Dio] in mezzo a voi ha fatto meraviglie » (Gl 2,26); « ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te » (Zaccaria 2,14).
In due di questi passi (quelli di Sofonia 3,15.17) l’espressione “in mezzo a te” è resa con un termine ebraico (beqirbêch) che – tradotto letteralmente – direbbe: “nelle tue viscere”, “nel tuo utero”. Qui però il “modo di dire” ebraico si fa meravigliosamente letterale!
È proprio “nel ventre” di Maria – la “nuova” Figlia di Sion, di cui l’antica era il “tipo” – che il Re di Israele, il forte guerriero salvatore degli umili e dei deboli, viene… È lì e da lì che inaugura il suo Regno di verità e di pace. È lì che – in modo ormai irreversibile – germoglia una vita su cui la morte non avrà più potere.
È lì che la forte ed indistruttibile vite (« Io sono la vera vite » Gv 15,1) torna a germogliare per avvolgere dei suoi tralci il mondo e ridargli fecondità nel bene. È lì che torna a brillare la luce contro cui le tenebre non potranno trionfare.
Questa luce è apparsa ancora prima di apparire, nella purezza immacolata di Maria e in lei traspare ormai in modo irresistibile. In modo progressivamente evidente, come in un crescendo di luce e bellezza, per cui « tutte le generazioni mi chiameranno beata » (Lc 1,48). Profondamente uniti a Maria e aiutati da lei, accogliamolo anche noi nel nostro cuore: è questa la vera felicità che tutti noi cerchiamo!