« In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”. E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono” » (Lc 10,21-24).
Nel momento della morte di Gesù, il principe di questo mondo è sconfitto e nel cielo non c’è più posto per lui. Perché allora il maligno è ancora tanto potente? Perché l’evento è ancora in corso: il tempo degli angeli e il tempo degli uomini non coincidono alla perfezione.
La guerra in cielo si riflette in una guerra sulla terra, dove però la Potenza superiore di Gesù è ormai all’opera mediante il ministero dei suoi inviati: « Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi ».
Il potere su serpenti e scorpioni ha certamente anche – a volte – una manifestazione visibile e “miracolosa”, ma ha soprattutto un significato simbolico in quando rimanda al potere che i discepoli di Gesù, attraverso il ministero degli apostoli e dei loro successori, continuano ad avere nei confronti delle forze malefiche.
Questo potere è certamente fonte di gioia e Gesù non contraddice ad essa, ma rimanda con decisione alla sorgente di questo potere – cioè all’Amore – che i suoi discepoli sono chiamati a condividere. Il puro e semplice potere di scacciare i demòni può essere presente, in virtù del ministero di cui è investito, anche in chi è lontano da Gesù: « In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”.
Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!” » (Mt 7,22-23). Impariamo a gustare piuttosto la gioia dell’amore di Dio accolto e vissuto, invece della pur legittima gioia dei nostri successi nell’apostolato. Allora saremo in quella pace che nessuno ci potrà mai portar via.
Il Santo del giorno: San Francesco Saverio, sacerdote della Compagnia di Gesù